Oggi, alla convention del Pd, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è finalmente intervenuto con chiarezza sull’omicidio di Giulio Regeni. Il premier, aprendo il suo intervento, ha voluto portare un saluto affettuoso alla famiglia del ricercatore friulano. “Sapete quanto sia personalmente impegnato a stabilire un rapporto forte con l’Egitto – ha detto Renzi – e ritengo assolutamente strategica la leadership egiziana per contrastare l’Isis nel NordAfrica. Ma proprio perchè siamo amici, dagli amici pretendiamo soltanto la vertà. Anche quando fa male. Ci è stata offerta la massima collaborazione, e di questo ringraziamo il governo egiziano, ma a noi non basta. Vogliamo i responsabili, con nome e cognome, perchè non è pensabile che la morte di un giovane italiano resti senza un colpevole. Non accetteremo una versione raccogliticcia: siamo l’Italia e non accetteremo mai una verità di comodo. Non ci sono business o realpolitik che tengano: la verità per Giulio non è un optional. Lo dobbiamo a suo padre, a sua madre, alla sua famiglia”.
E sempre oggi, anche la famiglia Regeni è intervenuta in una lunga intervista concessa a La Repubblica, nella quale ha raccontato chi fosse Giulio. “Abbiamo molta fiducia nelle nostre forze di polizia, nel pm Sergio Colaiocco, nelle istituzioni, e chiediamo che i nostri investigatori al Cairo ritornino in Italia solo quando sarà stata fatta completa chiarezza”, hanno detto Claudio e Paola. “Vogliamo soltanto la verità su cosa è accaduto a Giulio. Chiediamo che non ci sia nessuna omissione, nessun tentennamento. È giusto per lui. È giusto per tutti”.
I genitori di Giulio hanno poi chiesto di esporre lo striscione lanciato da Amnesty International. “Ma vorremmo – hanno concluso – che il nome e l’immagine di Giulio non siano in alcun modo strumentalizzati, come sta accadendo per esempio sui social network. E che per qualsiasi iniziativa si prendano prima contatti con noi”.