Si torna a parlare della scomparsa di Rossella Corazzin, la giovane friulana di San Vito al Tagliamento, scomparsa nell’estate del 1975, mentre era in vacanza con i genitori a Tai di Cadore. A farlo è il criminologo pordenonese Francesco Altan che, assieme a un giornalista del quotidiano il Gazzettino, ha ottenuto tutti gli atti processuali legati alla sua sparizione. Nel maggio dello scorso anno alcune dichiarazioni di Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo, avevano riacceso i riflettori sul caso. Izzo, infatti, ha confessato di aver partecipato al rapimento di una ragazza friulana nell’agosto del 1975, poche settimane prima dei tragici fatti del Circeo, in cui due ragazze, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, vennero rapite da un gruppo di giovani romani benestanti, portate in una villa al Circeo e abusate e picchiate brutalmente, fino a provocare la morte di una delle due. Colasanti, seppur massacrata di botte, è miracolosamente sopravvissuta al pestaggio che ha portato alla morte dell’amica Rosaria Lopez, 17 anni all’epoca dei fatti. Chiusa dai giovani aguzzini nel bagagliaio dell’auto di uno di loro, è stata trovata viva grazie alle urla disperate che hanno attirato l’attenzione di un passante che ha allertato le forze dell’ordine. La sua testimonianza ha permesso di individuare i responsabili.
Tornando alla scomparsa di Rossella Corazzin, quell’estate, Angelo Izzo e Gianni Guido, con altri amici della Roma ‘bene’, si trovavano in vacanza in Cadore, dove la famiglia Guido aveva una casa. Rossella, stando ad alcune lettere, avrebbe conosciuto Guido in vacanza. Izzo spiega di aver partecipato al rapimento della giovane friulana, che drogata e stordita sarebbe stata portata in un luogo lontano da quello del rapimento, in una villa sul lago Trasimento di proprietà della famiglia dell’amico Francesco Narducci, coinvolto anche nelle indagini relative al mostro di Firenze e poi scagionato, morto in circostanze misteriose. Qui, la giovane sarebbe stata violentata da una dozzina di persone appartenenti a movimenti esoterici che avrebbero portato così a compimento un macabro rituale di morte. Il mostro del Circeo non fa specifiche ammissioni di colpa sulla morte di Rossella, afferma infatti di aver partecipato ‘soltanto’ al rapimento e allo stupro di gruppo, ma di ignorare che fine abbia fatto la giovane. Sarebbe stata uccisa, questo è quanto fa intendere, ma non dà alcuna informazione sul luogo dell’uccisione nè sul luogo di sepoltura.
Questa mattina a Ore7, la trasmissione di informazione di Telefriuli, ai microfoni del giornalista Daniele Paroni, il criminologo Francesco Altan ha rivelato di “star esaminando gli atti processuali per ricostruire la storia di questa ragazza. Una storia incredibile, perché dietro c’è Angelo Izzo e le sue rivelazioni. Il mostro del Circeo dice che l’hanno rapita loro e lo dice davanti al suo avvocato. Tutto ciò potrebbe comportare una condanna per omicidio per Izzo”.
A onor del vero, Izzo non è nuovo a rivelazioni rivelatesi poi infondate o false, ma in questo caso quanto rivelato sembra trovare un certo riscontro, anche se a distanza di 44 anni è sempre più difficile poter parlare con i testimoni sentiti all’epoca.
“Rossella era al terzo anno di liceo – spiega Altan -, una ragazza semplice, non la classica vittima di fatti di cronaca tanto truculenti. Rossella forse è stata presa perché era vergine e quindi appetibile per quel genere di predatori”. Era la ragazza ideale per i rituali del branco di pariolini, che con le stesse motivazioni scelse di abbordare Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, nel settembre 1975. Anche loro due ragazze semplici, non ricche, lontane dalla Roma bene e ingenue, e quindi sacrificabili, vittime perfette delle loro violenze.
“Nel caso, poi – conclude Altan -, sono coinvolte anche sette esoteriche e parareligiose. A distanza di oltre 40 anni raccogliere elementi è molto difficile da una parte, ma più facile dall’altra, perché essendo morti alcuni attori della vicenda, altri protagonisti sono più propensi a parlare”.
Un anno fa, Gianni Guido, uno dei tre responsabili del massacro del Circeo assieme al defunto e mai catturato Andrea Ghira e Angelo Izzo, interpellato da un giornalista della trasmissione di Rai3 ‘Chi l’ha visto?’, alla domanda se avesse qualche responsabilità nel caso della sparizione di Rossella Corazzin ha risposto con un diniego:“Ma certo che no. Io non c’entro”, guadagnando velocemente l’uscio di casa dove vive da quando ha finito di scontare la sua pena per i fatti del 1975.
Izzo, invece, è in carcere dove sconta la pena a due ergastoli, uno per il Circeo e l’altro per il duplice delitto di Ferrazzano. Tra qualche decina di giorni si saprà se Angelo Izzo sarà processato per la scomparsa e uccisione della 17enne friulana.
Agli avvocati ha più volte ribadito di volersi togliere un peso dalla coscenza e di non volere attenuanti per quanto commesso. Izzo, come detto però, non si limita a fare rivelazioni, ma fa anche i nomi dei suoi complici di allora. Delle 11 persone coinvolte secondo la sua ricostruzione, sei, oltre a lui, sono ancora in vita. Uno di questi è Gianni Guido, poi ci sarebbero due fratelli bresciani vicini agli ambienti dell’estrama Destra negli Anni ’70 e altri due appartenenti al gruppo di aggressori.