Si è conclusa, dopo un anno d’indagini, l’operazione ‘Mito‘, condotta dal Nucleo anti sofisticazione/Nas dei carabinieri di Firenze e finalizzata al contrasto del traffico e al consumo illecito di sostanze e di farmaci ad azione dopante.
Nei giorni scorsi, 150 militari del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute e dell’Arma Territoriale, nelle province di Bergamo, Bologna, Brescia, Catanzaro, Como, Cremona, Cuneo, Ferrara, Latina, Messina, Padova, Palermo, Pisa, Roma, Savona, Siracusa, Terni, Torino, Trapani, Udine, Vibo Valentia e Vicenza hanno eseguito 36 perquisizioni locali e personali, che hanno portato al sequestro di 3.719 compresse e 604 fiale di farmaci/sostanze anabolizzanti (steroidi, ormoni, estrogeni, eritropoietina, nandrolone) per un valore di 35.000 euro, che si aggiungono alle quasi 500 unità già sequestrate nel corso delle indagini.
L’attività, avviata nel mese di novembre 2018 e coordinata dalla Procura di Firenze, era partita dal sequestro, in un Ufficio Postale di Figline Valdarno, di un plico, proveniente dalla Polonia, contenente sostanze vietate per doping, anche ad azione stupefacente. La perquisizione eseguita a carico del destinatario del pacco, un personal trainer che esercitava la professione in alcune palestre fiorentine, ha portato al sequestro di numerose compresse e fiale di sostanze analoghe (in particolare sono state rinvenute 15 fiale di farmaco dopante, a base della sostanza stupefacente nandrolone, di provenienza indiana e prive di autorizzazione all’immissione in commercio nel territorio dello Stato Italiano).
Lo sviluppo investigativo ha permesso d’individuare un uomo che vive in provincia di Torino, gestore di fatto di una rete distributiva illegale di sostanze vietate per doping, in grado di smerciarle su gran parte del territorio nazionale, attraverso la vendita a una consolidata rete clientelare composta da 36 persone tra frequentatori di palestre e body- builders amatoriali, tutti denunciati per ricettazione e per aver acquistato sostanze ad azione dopante di provenienza illecita.
Sono state tracciate oltre un centinaio di spedizioni di plichi, con versamento di denaro su carte Postepay, intestate o in uso all’indagato, della somma di 50.000 euro.