È stata fissata per mercoledì l’autopsia sui corpi delle tre vittime del crollo della palazzina di via XX Settembre, a Gorizia.
Dall’esame autoptico si spera di poter ottenere elementi utili a chiarire le cause dell’esplosione che, alle 3.55 del 20 giugno, ha trasformato l’edificio in un cumulo di macerie.
La Procura della Repubblica di Gorizia ha affidato gli incarichi alle persone e ai professionisti interessati, ai quali il Comanda Provinciale dei Carabinieri ha notificato i provvedimenti. I primi cadaveri a riemergere erano stati quelli di Miha Ursic e Sabina Trapani, ritrovati a letto con i traumi tipici dello schiacciamento e cianotici, a confermare come avessero respirato del gas prima di morire.
Sarà, appunto, l’autopsia a definire se il decesso sia stato causato dal crollo o dall’intossicazione. Sul corpo di Fabrizio Facchettin, invece, erano state ritrovate anche buciature, come se fosse stato investito da una fiammata. E proprio questo particolare ha fatto ipotizzare che la fuga di gas sia partita dal suo appartamento al piano terra.
Le indagini, che procedono ancora a 360 gradi, si sono concentrate anche sulla figura di Facchettin, che stava attraversando un periodo non facile della sua vita e avrebbe potuto cercare un gesto estremo, ma gli inquirenti stanno esaminando con la massima attenzione anche alle tubature del gas.