Migliaia di persone si sono date appuntamento alle 18 in piazza Unità d’Italia, a Trieste, per contestare l’ultimo Dpcm. Tantissimi gestori delle attività costrette a chiudere (in primis bar, ristoranti e palestre) hanno ‘occupato’ uno dei luoghi simbolo della città per chiedere al Governo di poter continuare a lavorare.
In piazza c’erano anche il governatore Massimiliano Fedriga e il sindaco Roberto Dipiazza, che hanno duramente criticato le nuove misure. “La scelta di delegare ai sindaci le scelte era quella giusta”, ha detto ai microfoni di Telefriuli Dipiazza. “Poi, una settimana dopo hanno fatto questa cazzata, che metterà in ginocchio tutto il Paese. Io ho sempre applicato e ottemperato a tutti i decreti, ma questa volta mi rifiuto. Se amiamo il Paese, non possiamo tollerare queste decisioni”, ha detto Dipiazza, ricordando l’incontro in programma domani, assieme agli altri sindaci delle città capoluogo con il governatore Fedriga.
“Servono misure eque e razionali, altrimenti la gente reagirà”: con queste parole, il Presidente del Fvg invita il Governo a fare attenzione sulla tenuta sociale del Paese, altrimenti “oltre alla battaglia dal punto di vista sanitario, perderemo anche quella economica”.
“La Regione e il Comune esprimono la loro solidarietà a tutte le imprese e ai lavoratori che stanno attraversando un momento di estrema difficoltà e, al contempo, si dissociano da chi ha preso a pretesto la sofferenza di queste persone per dare libero sfogo ai propri istinti violenti”, dichiarano Fedriga e Dipiazza, a margine della manifestazione organizzata dagli operatori delle palestre e della ristorazione in piazza Unità d’Italia.
L’evento ha avuto un epilogo violento: dopo un incontro tra gli organizzatori e le autorità, alcuni presenti hanno lanciato fumogeni verso la Prefettura. Sarebbero stati colpiti anche carabinieri e rappresentanti della stampa; nessuno, comunque, è rimasto ferito.
“La manifestazione di oggi ha visto la partecipazione di migliaia di persone pacifiche, che hanno espresso il loro dissenso in modo civile e composto. Spiace – concludono Fedriga e Dipiazza – che pochi facinorosi, che nulla hanno a che fare con esse, abbiano tentato di avvelenare il clima alimentando inutili tensioni”.
“Il sindaco di Trieste dovrebbe sì andare in piazza, parlare con i manifestanti e dare solidarietà, ma non evocare la rivolta e annunciare la disobbedienza. Il rischio di soffiare sul fuoco lo ha verificato lui stesso, negli atti dei facinorosi che non si accontentano di protestare. Ma pensa davvero di non applicare la legge o di dire alla polizia locale di chiudere gli occhi? Per chi non si è mai, e ribadisco mai, occupato dell’epidemia, dei decessi dei nostri anziani e della situazione sanitaria a Trieste, è troppo comodo cavalcare un malessere anche comprensibile. Siamo accanto ai lavoratori giustamente in ansia per il futuro, ma per tutti i lavoratori, dai baristi agli operatori del fitness, e anche a quelli delle aziende in crisi che non hanno avuto mai una parola dal sindaco”. Lo afferma la segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari, a proposito della presenza del sindaco di Trieste Dipiazza alla manifestazione organizzata dagli operatori delle palestre e della ristorazione in piazza Unità d’Italia.