Francesco Mazzega, il 38enne omicida reoconfesso dell’ex fidanzata, Nadia Orlando, si è tolto la vita. L’uomo è stato trovato morto nel giardino di casa, a Muzzana del Turgano, dove si trovava ai domiciliari, nella tarda serata di ieri, sabato 30 novembre. I genitori, assieme ai quali viveva, hanno lanciato l’allarme, ma per lui non c’era più nulla da fare.
La Corte d’Assise d’Appello di Trieste solo venerdì aveva confermato la condanna a 30 anni per il delitto, mantenendo la sentenza del Tribunale di Udine, emessa l’11 luglio 2018, per l’omicidio dell’ex fidanzata Nadia, la 21enne di Vidulis di Dignano.
Mazzega aveva confessato il delitto, avvenuto nella notte del 31 agosto 2017, consegnandosi, la mattina dopo, alla Polstrada di Palmanova, con il corpo senza vita di Nadia ancora in auto. In Aula, ai parenti e agli amici della ragazza aveva detto di non meritare il loro perdono.
Oltre alla pena di 30 anni, la Corte d’Appello aveva applicato anche la misura dei tre anni di libertà vigilata una volta scontata la pena. I giudici si erano, invece, riservati di emettere nei termini di legge l’ordinanza sulla richiesta di aggravamento della misura cautelare nei confronti di Mazzega, che presto sarebbe, quindi, potuto tornare in carcere, dove era stato rinchiuso nei primi giorni dopo aver confessato l’omicidio.
La difesa di Mazzega, a caldo, aveva ritenuto possibile il ricorso in Cassazione, in attesa di leggere le motivazioni, anche per verificare la decisione in merito all’aggravamento della misura cautelare.
Mazzega, evidentemente, non ha retto al senso di colpa per quanto fatto all’idea che presto sarebbe potuto tornare in carcere. Un tragico epilogo per una vicenda seguita con grande attenzione in tutto il Friuli.