Doveva essere intitolato ufficialmente venerdì 11 febbraio, piazzale Norma Cossetto a Sant’Osvaldo, ma ignoti, nella notte, hanno abbattuto la segnaletica.
Sull’episodio è intervenuto il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, che ha parlato di “violenza di una certa parte politica, che magari osa anche definirsi democratica”, che “si è manifestata con l’abbattimento del palo recante il nome della giovane italiana violentata, torturata e uccisa dai comunisti jugoslavi”.
“Questi – aggiunge Fontanini – sono i frutti di quel negazionismo che ancora, grazie a sedicenti storici, ammorba l’analisi delle vicende del confine orientale durante la Seconda Guerra Mondiale e impedisce alla drammatica pagina dell’esodo di diventare finalmente patrimonio di tutti gli italiani”.
“Mi auguro – conclude il Sindaco – che i responsabili di questo ignobile gesto vengano individuati e puniti come meritano e mi attendo, allo stesso tempo, una condanna unanime da parte della politica cittadina e regionale”.
“Puntuali, come ogni inizio febbraio, vigliacchi infangano la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Se le responsabilità delle violenze compiute ai danni degli italiani sul confine orientale è ascrivibile a un’ideologia, quella comunista, i vandalismi che periodicamente accadono in Friuli Venezia Giulia e in tutta Italia, hanno nomi e cognomi, e sono quelli degli ‘intellettuali’ riduzionisti e dei negazionisti che ancora oggi alimentano odio e divisioni, tacciando il Giorno del Ricordo di revanscismo neofascista. Personaggi che non si rassegnano al fatto che, dopo decenni di silenzi colpevoli anche e soprattutto da parte delle istituzioni politiche e culturali, finalmente si rende omaggio alle vittime di una tragedia nazionale. Perseverare nel boicottare il Giorno del Ricordo per ragioni ideologiche è un errore, perché il 10 febbraio non è patrimonio della sola destra, tantomeno dei gruppuscoli nostalgici e fuori dal tempo, ma una solennità che mira a riappacificare la comunità”, scrive il deputato di Forza Italia Roberto Novelli commentando il vandalismo avvenuto a Udine.
“Confido che gli idioti che hanno materialmente abbattuto la targa siano presto identificati e puniti a norma di legge, ma ancor più spero che finalmente si lasci ai superstiti dell’esodo e agli eredi delle vittime la possibilità di ricordare in pace. Perché un cartello stradale si reinstalla in poche ore, mentre per dissolvere la nebbia da questa pagina di storia ci sono voluti decenni”, conclude Novelli.
“Un gesto riprovevole che risulta, se possibile, ancora più vergognoso perché compiuto alla vigilia del Giorno del Ricordo e dell’inaugurazione della rotonda a Norma Cossetto, che della tragedia delle foibe è divenuta uno dei simboli più noti”. Questo il commento dell’assessore regionale alle Autonomie locali e corregionali all’estero Pierpaolo Roberti. “Questo gesto dimostra come ancora oggi ci sia chi nega o ridimensiona il dramma rappresentato dalle foibe e dall’esodo. Le sofferenze e i drammi legati al confine orientale e all’esodo istriano fiumano e dalmata sono parte della storia del nostro Paese e dell’Europa intera e non possono più essere ignorati come è avvenuto troppo a lungo”.
“Giustamente oggi le foibe e l’esodo sono temi che vengono affrontati nelle scuole e non sarà certo un gesto vile come quello di oggi a cancellare il percorso di riconoscimento pubblico di quei drammi avviato finalmente dall’Italia” ha concluso l’assessore.
“L’anniversario della giornata del ricordo è turbato da un gesto incivile che ancora una volta conferma come non si riesca ad avere lo stesso rispetto per tutte le vittime innocenti, ma si cerchi l’accanimento ideologico nei confronti di alcune”, è il commento del consigliere regionale Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto Fvg per una Regione speciale/AR.
“A oltre settant’anni di distanza c’è ancora chi, con gesti vili e incivili, offende la memoria e cerca di negare quanto accaduto nel confine orientale e le tragedie umane a esso legate – prosegue il consigliere Di Bert -. L’esodo giuliano dalmata e il massacro delle foibe hanno dovuto attendere fino al 2004 per essere ufficialmente riconosciuti, con l’istituzione per legge del Giorno del ricordo, ma la strada per una piena consapevolezza è ancora minata da un latente negazionismo di parte”.