Questa mattina, all’interno dell’ex caserma Cavarzerani di Udine, è scattata una rivolta, inscenata da alcuni dei migranti ospiti della struttura, dichiarata ‘zona rossa’ fino al 15 agosto dal sindaco Pietro Fontanini dopo i casi di Covid-19 registrati tra gli stranieri rintracciati nei giorni scorsi.
Colonne di fumo visibili anche a distanza testimoniano i roghi che sono stati appiccati nell’ex caserma. Sul posto le forze dell’ordine, anche in tenuta anti-sommossa, i Vigili del fuoco, la Polizia locale e la Protezione civile.
Stando alle prime ricostruzioni, i disordini sono iniziati intorno alle 9.30, proprio quando stavano partendo i lavori per l’installazione delle telecamere di videosorveglianza per monitorare il perimetro della struttura.
A quanto si apprende, alcuni migranti – contrari al prolungamento della quarantena annunciato ieri – hanno lanciato oggetti, compresi sassi e mattoni, verso un mezzo della Protezione civile, per poi forzare il cancello. A quel punto hanno iniziato a dare fuoco a quanto hanno trovato, compresi materassi e suppellettili varie. Decine di manifestanti hanno creato una sorta di cordone, impedendo l’ingresso nella struttura alle forze dell’ordine e ai pompieri.
L’episodio è stato al centro del Comitato per l’ordine e la sicurezza, organizzato proprio oggi per fare il punto sui flussi in arrivo lungo la rotta balcanica. Fontanini ha già firmato la proroga dell’ordinanza che dispone la chiusura della struttura per altri 14 giorni, quindi fino a metà agosto.
La situazione, in tarda mattinata, si è calmata, anche se non è ancora tornata del tutto alla normalità.
A Udine, anche il vicepresidente Riccardo Riccardi, che ha voluto vedere di persona quanto stava accadendo prima dell’incontro con il Prefetto e il Questore, e l’assessore regionale alla sicurezza Pierpaolo Roberti, che ha ribadito la necessità di chiudere i confini secondari con la Slovenia, per limitare i flussi dei migranti.
“Lo ribadisco ancora una volta – ha detto Riccardi – qui siamo di fronte a un problema di sorveglianza sanitaria, che viene prima di qualsiasi ragionamento sull’accoglienza. C’è il tema delle quarantene obbligatorie: prima dei 14 giorni di isolamento nessuno, anche se risultato positivo al primo test, può andarsene in giro liberamente”.
“Lo voglio sottolineare ancora: il Fvg, durante l’emergenza Covid, è stato un esempio per l’intero Paese per come i cittadini, rispettando le regole, hanno affrontato il lockdown. Quindi non è ammissibile che qualcuno ci venga a spiegare come fare la sorveglianza. Le regole sanitarie vanno rispettate da tutti, così come la quarantena”, ha aggiunto Riccardi, ricordando come i migranti rintracciati negli ultimi giorni arrivino dalla rotta balcanica, quindi dopo aver attraversato Paesi che l’Italia ha inserito nella lista nera, ovvero vietando l’ingresso e il transito sul territorio nazionale.
“Dovremo lavorare con urgenza per trovare altre soluzioni”, ha poi spiegato il vicepresidente. “Queste grandi strutture vanno alleggerite. E’ un compito delle Prefetture e quindi serve una risposta immediata del Governo all’emergenza”.
“La protesta – spiega l’assessore comunale alla sicurezza Alessandro Ciani – è nata dal fatto che alcune persone non accettano ulteriori giorni di quarantena. Ma non ci spaventano questi facinorosi: la nostra priorità è quella di garantire la sicurezza della città e la salute pubblica. I responsabili vanno immediatamente spostati e spero paghino le conseguenze di questi comportamenti e i danni che stanno compiendo. Non accettiamo che ci siano persone che protestano in questo modo. Sono tutti in ottima salute, quindi è un’enorme bugia che siano trattati come animali”.