Un ragazzo su due è vittima di bullismo. Questo il dato allarmante secondo l’ultima indagine Istat, pubblicata lo scorso dicembre.
Secondo l’istituto di statistica, oltre il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito qualche episodio offensivo e/o violento da parte di coetanei. A conferma che, per potersi definire bullismo, le vessazioni devono ripetersi nel tempo, il 20% delle vittime subisce azioni di bullismo più volte al mese, il 9% addirittura ogni settimana. La quota più elevata di vittime di atti bullismo si registra tra gli 11enni (26%).
Le vere vittime di bullismo, però, sono le ragazze. Oltre il 55% delle giovani tra gli 11 e i 17 anni è stata oggetto di prepotenze qualche volta nell’anno, il 21% ogni mese (contro, rispettivamente, il 50% e il 19% dei loro coetanei maschi). Il 10% delle ragazze subisce atti di bullismo addirittura una o più volte a settimana, contro l’8,5% dei maschi.
I più colpiti sono i ragazzi isolati. Il 23% delle vittime sono soli, contro il 18% di chi ha amici. Anche il tipo di scuola fa la differenza. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i liceali sono in testa (19,4%); seguono gli studenti degli istituti professionali (18,1%) e quelli degli istituti tecnici (16%).
Bisogna sottolineare che si registrano più atti di bullismo al Nord che al Sud.
Le prepotenze più comuni consistono in offese con brutti soprannomi, parolacce o insulti (12,1%), derisione per l’aspetto fisico e/o il modo di parlare (6,3%), diffamazione (5,1%), esclusione per le proprie opinioni (4,7%).
Le aggressioni fisiche, con spintoni, botte, calci e pugni, sono denunciate dal 3,8% dei ragazzi.
Il 17% degli 11-17enni è rimasto vittima di atti di bullismo diretto, con contatto fisico caratterizzato da una relazione frontale tra la vittima e bullo e l’11% di azioni indirette, prive di contatti fisici. Tra le ragazze è minima la differenza tra prepotenze dirette e indirette (rispettivamente 16,7% e 14%). al contrario, tra i maschi le forme dirette (17%) sono più del doppio di quelle indirette (7,7%).
Recente e legato alla diffusione capillare di Internet, il fenomeno del cyberbullismo. Il 7% delle ragazze che si collegano a Internet o dispongono di uno smartphone sono state oggetto di vessazioni continue, contro il 4% dei ragazzi. La violenza virtuale non occorre che sia ripetuta per essere grave. Anche una sola offesa pubblicata in un social network, per esempio, è importante perché rimane per sempre.