Slittata di poche settimane rispetto alla tradizione, sabato 4 è stata inaugurata ad Illegio la mostra internazionale d’arte che da 16 edizioni trasforma un paesino della Carnia in capitale mondiale, grazie a opere da alcune delle collezioni pubbliche e private più prestigiose al mondo. Dopo il mistero, gli angeli, la famiglia, i padri, i maestri e altri temi di ispirazione perlopiù religiosa, la mostra diventa due volte speciale. Intanto perché il Comitato di San Floriano ha saputo attendere la riapertura delle sedi espositive e garantire una visita ‘in presenza’ fino al 13 dicembre (consigliata la prenotazione: [email protected]), anche se il ‘virtuale’ è parte integrante del tema dell’esposizione. Nulla è perduto è infatti un richiamo ai tempi difficili che stiamo vivendo, un richiamo a saper vedere “con commozione che la vita e la bellezza non s’arrendono. Un messaggio chiaro – nelle parole del direttore artistico don Alessio Geretti – di conforto, speranza, incoraggiamento e audacia per affrontare il difficile tempo in cui stiamo vivendo”.
GLI ESPERTI DI FACTUM ARTE – Punto fondamentale e unico: la mostra permette di ammirare opere che… non è più possibile vedere da nessun’altra parte al mondo: distrutte o perdute, poi ritrovate o risorte. Alcune rubate, altre andate in cenere, altre ancora immerse nell’oblio per secoli. Tra queste, sette capolavori inestimabili smarriti per sempre, tornati alla luce grazie alle tecnologie di Factum Arte, l’organizzazione diretta da Adam Lowe. Attraverso l’impegno di una squadra di storici, artisti, restauratori ed esperti di software 3D, le opere sono tornate in vita sotto forma di rimaterializzazioni capaci di restituire ogni dettaglio degli originali scomparsi, compresa la tridimensionalità delle pennellate.
LETTERALMENTE RICOSTRUITI – Grazie alla collaborazione con Sky Arte e Ballandi Arts, l’avanzata tecnologia di Factum Arte permetterà di riavvicinarsi fisicamente al Concerto a tre, di Johannes Vermeer (rubato a Boston nel 1990) a La Torre dei cavalli azzurri di Franz Marc (sequestrato da Hermann Göring e scomparso nel 1945), a Myrto, realizzato da Tamara de Lempicka a Parigi (dove si presume sia stato rubato dai nazisti nel 1943). Presenti anche il Vaso con cinque girasoli, di Vincent van Gogh, distrutto nel bombardamento atomico in Giappone; Medicina, dipinta da Gustav Klimt per il soffitto dell’Università di Vienna e bruciata nel 1945 dai nazisti; una delle grandi tele raffiguranti le Ninfee di Claude Monet, carbonizzata in un incendio al MoMa di New York nel 1958, fino al Ritratto di Sir Winston Churchill di Graham Sutherland, fatto distruggere da Lady Clementine Churchill nel 1955.
CONTRIBUTI CONTEMPORANEI – Accanto a queste sette ‘apparizioni’, la mostra comprende altri due capolavori ammirabili grazie a artisti contemporanei: come Antero Kahila, che ha rigenerato il San Matteo e l’angelo del Caravaggio, o le vetrate della facciata principale della Cattedrale di Chartres, rimaterializzate da Sandro Tomanin nel suo laboratorio di San Rovigo. In esposizione anche opere d’arte originali, ritrovate solo di recente, comprese alcune sculture lignee intagliate di Domenico da Tolmezzo.
A Illegio i capolavori mai visti prima, da Klimt a De Lempicka, da Monet a Van Gogh
Sette tele di grandi maestri svanite nei secoli, ma ricostruite in ogni minimo dettaglio grazie alla tecnologia 3D
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