La giunta della Regione Friuli Venezia Giulia ha appena approvato uno schema di accordo di collaborazione per la tutela e per lo sviluppo del patrimonio linguistico e culturale della componente friulanofona della Regione del Veneto e, viceversa, venetofona della nostra regione. Il documento prevede che le due amministrazioni si impegnino a collaborare per la realizzazione di iniziative miranti alla piena attuazione delle leggi statali e regionali istituite per la tutela della minoranza linguistica friulana presente nel territorio portogruarese del Veneto. Nel contempo verrà favorita la cooperazione tra i soggetti firmatari per la salvaguardia del patrimonio linguistico e culturale della componente friulanofona presente nella Regione del Veneto e della componente venetofona presente in Friuli- Venezia Giulia.
Le parti mirano inoltre a promuovere la conoscenza della lingua friulana e l’uso della sua grafia ufficiale nelle scuole del territorio veneto ove sono presenti comunità parlanti il friulano, anche mediante la proposta di attività integrative, supportando le amministrazioni locali, gli enti e le società pubbliche, nonché le associazioni di categoria operanti nel territorio. Il cosiddetto mandamento di Portogruaro coincideva con l’omonimo Distretto istituito nel 1805 da Napoleone nell’ambito del Dipartimento dell’Adriatico, con Venezia capoluogo. Con tale atto il comprensorio di Portogruaro fu staccato amministrativamente per la prima volta dal resto del Friuli, di cui faceva parte da oltre 600 anni. Il Vescovo di Concordia Sagittaria, infatti, sedeva alla destra del Patriarca nel Parlamento della Patria del Friuli – attivo sin dal XIII secolo – e dai primi del ’300 vi ottenne un seggio anche la città di Portogruaro. Napoleone, peraltro, aveva anche soppresso negli stessi anni il Parlamento friulano.
Nel Distretto di Portogruaro rientravano gli attuali comuni di Annone Veneto, Caorle, Cinto Caomaggiore, Concordia Sagittaria, Fossalta di Portogruaro, Gruaro, Portogruaro, Pramaggiore, San Michele al Tagliamento, San Stino di Livenza e Teglio Veneto. Quando col 1815 l’Austria prese possesso del Lombardo-Veneto e del Friuli non corresse la decisione assunta dall’imperatore francese e nel 1838, con provvedimento che lo storico Carlo Guido Mor definì “assurdo”, confermò definitivamente il passaggio del Portogruarese alla provincia di Venezia. Ma per parlare di vero e proprio ‘Mandamento’ da un punto di vista giuridico amministrativo si deve attendere il 1866 con l’annessione al Regno d’Italia, la quale peraltro confermò il furto napoleonico.
Soppressa nel 1923, come tutti i mandamenti, questa entità geografica è ancora utilizzata da alcuni enti e associazioni e fino a poco tempo fa anche in ambito giudiziario. Se amministrativamente il Mandamento di Portogruaro fa parte della Regione Veneto, dal punto di vista storico e geografico esso continua a essere parte del Friuli. Oltre alla lingua italiana, nel mandamento di Portogruaro è riconosciuta dalla Regione Veneto la lingua friulana nei comuni di Concordia, Gruaro, Fossalta di Portogruaro, Cinto Caomaggiore, Teglio Veneto e San Michele al Tagliamento. Lo Stato italiano riconosce invece la presenza della lingua friulana, ai sensi della legge 482/99, solo a Cinto, Teglio e San Michele.