Per Casa Cavazzini sarà una specie di ‘seconda inaugurazione’. Aperto nel 2012 dopo una lunga ristrutturazione su progetto dell’architetto Gae Aulenti, il Museo d’arte moderna e contemporanea di Udine riapre sabato 16 dopo un nuovo, significativo intervento da 1,2 milioni di euro, che permette di rispettare gli standard richiesti nell’ambito del circuito espositivo internazionale. E, di conseguenza, di diventare in forma permanente una sede museale di massimo livello, in grado di ospitare rassegne con le più grandi opere dei maggiori artisti di ogni tempo e non solo con quelle della pur ricca collezione già presente. Per trasformare Udine in una città di richiamo in Italia e in Europa per gli amanti della grande arte, è stato coinvolto don Alessio Geretti, direttore artistico delle mostre di Illegio ed ‘esperto’ in eventi dai numero importanti.
I “PAESAGGI DELL’ANIMA” – La forma dell’infinito, al secondo piano della rinnovata Casa Cavazzini, si preannuncia come un evento di portata eccezionale e senza precedenti nella storia cittadina, con 50 opere legate da un tema che dischiude porte su vasti paesaggi dell’anima. Una chiave, secondo il curatore, “per entrare nell’arte moderna e contemporanea, a disposizione anche di chi normalmente fatica a comprenderla, scoprendo una delle intenzioni fondamentali di tanti artisti da fine ‘800 a tutto il ‘900: rendere visibile l’infinito che, dietro la prima apparenza delle cose, sussurra alla mente e al cuore umano”.
INEDITI E OPERE-SIMBOLO – Alcuni capolavori dei più grandi geni dell’arte, specie dall’Impressionismo in avanti, daranno al visitatore la percezione d’essere il destinatario di una ‘rivelazione’. Una parte delle opere è apparsa raramente in pubblico (come i tre dipinti di Nicholaj Rerich o i cinque di Mikalojus Ciurlionis). Ben undici quadri sono visibili per la prima volta e sei sono inediti firmati da Umberto Boccioni, Aristarch Lentulov, Elena Bebutova, Natal’ja Goncarova, Pyotr Petrovicev, un Claude Monet visto solo alla National Gallery e L’Espérance di Paul Gauguin, vero e proprio testamento spirituale. La spettacolare sequenza di tele di Paul Cézanne, Alfred Sisley, Henri Matisse, Dante Gabriele Rossetti, Umberto Boccioni, Pablo Picasso, Emilio Vedova, Ernst Fuchs, Hans Hartung e molti altri comprende ben tre opere di Kandinskij: c’è anche La Piazza Rossa, l’opera simbolo della svolta dell’artista.
COLLABORAZIONI PRESTIGIOSE – Una parata di ‘giganti del bello’ resa possibile grazie ai prestiti di prestigiose sedi espositive (la Fondazione Guggenheim di New York, la Galleria nazionale di arte moderna di Roma, il MART di Rovereto, la Galleria Tretyakov di Mosca, il Museu Picasso di Barcellona…). E prima di arrivare ai maestri della storia dell’arte – cui si aggiunge anche un’opera del friulano Giovanni Napoleone Pellis – resta visibile agli altri piani la ricca collezione di proprietà del Comune di Udine, che comprende Afro, Mirko e Dino Basaldella, Fontana, De Chirico e Savinio, Carrà, De Pisis e molti altri.