È andato a Licio Damiani, Sergio Gervasutti, Daniela Paties Montagner, il primo Premio giornalistico ‘Isi Benini-Città di Udine’, indetto dall’Associazione regionale della stampa agricola, agroalimentare, dell’ambiente e territorio del Friuli Venezia Giulia (ARGA FVG) per dare lustro alla figura di quello che è considerato il padre del giornalismo specializzato nella promozione del territorio e della sua identità. Considerato il pregio e la particolarità dei lavori a concorso, la Giuria rappresentata da esponenti dell’Ordine dei Giornalisti, dell’Unione nazionale delle ARGA e di ARGA FVG, ha ritenuto per questa prima edizione di stabilire un verdettto ex aequo per i tre giornalisti indicati, più una segnalazione. Benini, ha evidenziato il presidente del Comitato organizzatore dell’evento, Carlo Morandini, è il stato precursore in un processo innovativo della comunicazione. Colui, che ha stimolato e accompagnato la crescita del Friuli e del nordest, dagli anni del boom economico fino al terzo millennio. Grande animatore e catalizzatore di personaggi fondanti dell’economia friulana, non solo nell’agroalimentare e nell’enogastronomia, Benini ha ideato e lanciato assieme a Claudio Cojutti la rubrica radiofonica Rai ‘La vita nei campi’, tutt’ora seguita anche dai non addetti ai lavori. E dopo avere diretto il Messaggero Veneto, è passato alla guida della nascente redazione Rai di Udine, divenendo un opinion leader impegnato a valorizzare la cultura del territorio e l’appeal del Friuli Venezia Giulia. “Una figura – quella di Benini, ha detto l’assessore alle Risorse agroalimentari e forestali, Stefano Zannier nel portare il saluto della Giunta regionale all’evento, svoltosi in sala Ajace, nel palazzo comunale di Udine – “che ha permesso di nobilitare la professione giornalistica”. E sostenere il ruolo della stampa specializzata, che deve essere vocato alla divulgazione delle notizie con un linguaggio chiaro, corretto e coerente. Una ricetta, quella scelta da Benini, che ha reso appetibili le notizie e le informazioni del territorio, e non solo del mondo rurale, anche ai non addetti ai lavori. Fornendo all’opinione pubblica gli strumenti adatti per conoscere e amare le peculiarità locali, e lo scrigno dei tesori dell’agroalimentare. Benini ha anche saputo lanciare lo sviluppo del mondo rurale, paladino delle specificità, delle varietà autoctone, delle tipicità, che sono un elemento centrale dell’identità. Dopo il saluto dell’assessore comunale alla cultura, Fabrizio Cigolot, che in rappresentanza del sindaco ha ripercorso episodi personali e i motivi che lo hanno legato alla figura di Isi Benini, è stato ricordato Piero Villotta, scomparso di recente. Villotta fu uno degli ‘allievi’ di Isi Benini, e tra l’altro presidente di ARGA FVG e Duca dei vini friulani. Nonché presidente dell’Ordine dei giornalisti FVG. Ordine, che è stato rappresentato dal vicepresidente regionale, Amos D’Antoni, collaboratore della Rai per La vita nei campi. Non poteva mancare un approfondimento tecnico-cattedratico sui cambiamenti che ha vissuto il pianeta vino dall’epoca dell’avvio dell’impegno professionale di Benini ai giorni nostri, che è stato sviluppato da Enrico Peterlunger, docente di viticoltura all’Università di Udine. Peterlunger, che rappresentava la Società scientifica e tecnologica della lingua friulana (SSTeF) dell’ateneo udinese, ha evidenziato come dal vino per autoconsumo e dalle tecniche di vinificazione che ora sarebbero ritenute anche improbabili, si sia passati, anche sotto la spinta di ricercatori del territorio e del gusto come Benini, a prodotti enologici di prestigio. Fondatore della rivista Il Vino, come ha detto nel concludere i lavori il Presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, Benini forse avrebbe potuto imprimere alla battaglia a difesa della denominazione del Tocai friulano quel vigore che una tutela all’epoca forse troppo blanda ci ha fatto perdere. Facendo perdere nel contempo al Friuli un pezzo della sua identità. Anche per Zanini, il ruolo della stampa specializzata è essenziale perché permette di far conoscere gli aspetti e le problematiche peculiari di un settore imprescindibile, non per nulla chiamato primario. Tra i ricordi inerenti il guru della comunicazione del territorio, il pittore Gianni Borta ha portato una testimonianza curiosa: in un periodo nel quale si cominciava a pensare al lancio dell’enogastronomia friulana, Borta fu chiamato dal giornalista Benini a essere testimone della nascita di Asparagus. Si sarebbe tratto di un circuito di serate a tema che ebbe grande successo: fu organizzato dal Ducato dei vini friulani assieme ai ristoratori di pregio dell’epoca, assieme ai quali veniva lanciato per la prima volta uno dei prodotti che sarebbero divenuti le Dop del Friuli Venezia Giulia, che è l’asparago. Tra il pubblico era presente il viticoltore Arrigo Bidoli: suo padre, ‘Tite’, grande amico di Benini, negli anni ’70 ideò a San Daniele la prima Ribolla spumantizzata. Non a caso, un altro grande esempio di quella capacità di innovare che aveva animato il Friuli, nel dopoguerra ma specialmente dopo il terremoto del 1976.
Premiazioni:
I Premiati:
Licio Damiani, già giornalista dell’Uffico stampa della Regione, redattore della sede Rai di Udine, critico d’arte e scrittore, nel brano che è stato premiato dalla Giuria, ha sviluppato un racconto personale e toccante, ricco di emozioni e di citazioni puntuali, nel quale ha voluto descrivere il tratto umano di Isi Benini, ma anche la sua capacità di gestire anche le situazioni più difficili e drammatiche. Come, per esempio, seppe raccontare la tragedia del terremoto, allo stesso modo, con grande entusiasmo era capace di attirare l’attenzione sui prodotti più autentici, ma dimenticati, della sua terra, il Friuli. Lo ha fatto con una prosa accattivante e lirica, scandendo quello che è divenuto un racconto con il ritmo di episodi che aveva vissuto assieme a quello che è stato anche il suo responsabile nella redazione Rai di Udine.
Sergio Gervasutti, già Direttore del Messaggero Veneto e ora editorialista, ha raccontato la figura di Isi Benini vista da un’ottica parallera: quella di un cronista che ama profondamente la sua terra e la sua gente. Evidenziandone gli aspetti caratteriali particolari ma efficaci anche negli esiti dell’impegno professionale, che è stato sempre connotato da valori di grande caratura e nel contempo da profonda umanità. Un giornalista che si sapeva e sapeva entusiasmare e professionista attento anche sui temi più impegnativi.
Daniela Paties Montagner, giornalista di Paese Roma, testata on line, e di riviste d’arte, ha ripercorso i luoghi della città di Udine visti oggi, ma vissuti anche all’epoca di Benini come icone di un tessuto sociale e urbano che ha animato e reso dinamico il capoluogo friulano. Ha riletto un percorso giornalistico, visto dal pianeta femminile, che ricco di fascino ha alimentato l’appeal nei confronti della città e delle abitudini e tradizioni friulane.
Segnalazioni:
Claudio Soranzo, già cronista de Il Piccolo, blogger sui temi del territorio e dell’agroalimentare, ma anche dell’automotive, ha sviluppato un altro dei filoni del tema del 1. Premio giornalistico ‘Isi Benini – Città di Udine’: quello dello sviluppo, del progresso e dei traguardi dell’agricoltura. Ha citato l‘esperienza dei potatori della vite del Collio, che hanno individuato una tecnica efficace, che viene oggi replicata in tutto il mondo vitivinicolo.
A consegnare i premi, tra gli altri, assieme al Presidente Zanin e all’assessore Cigolot, il segretario generale dell’UNAGA, l’Unione nazionale delle ARGA, Gian Paolo Girelli. Ai vincitori e segnalati sono andate opere donate dagli artisti friulani Gianni Borta, Piero De Martin, Alessandra Candriella che fa parte del gruppo Pro Biennale di Vittorio Sgarbi.
Al Premio Isi Benini non poteva mancare l’angolo del gusto
All’Antica Osteria Alle Volte di Claudio Trinco, in Via Mercatovecchio, sono stati degustati prodotti della Riviera friulana. Tra i sapori, le chicche agroalimentari di ConiglioNatura, di Precenicco, di Zeno Roma: arrosto di coniglio, salame di coniglio, ragù di coniglio proposto con gli gnocchetti di patate. I vini: la Malvasia di Guido Lorenzonetto, lo Chardonnay Carato, di Valpanera, l’uvaggio Album con Malvasia Istriana, Chardonnay, Riesling Renano, il Refosco dell’apicoltore Gigi Nardini. Del quale si è potuta degustare la Gubana al miele.