Divampa ancora la polemica sulla questione delle foibe. Questa volta nell’occhio del ciclone c’è la storica friulana Alessandra Kersevan, che da tempo contesta apertamente le tesi della pulizia etnica compiuta dai titini contro gli italiani che sarebbe alla base dell’esodo giuliano-dalmata da Istria e Dalmazia nel secondo dopoguerra. La studiosa da tempo mette in discussione il numero delle vittime delle foibe e contesta la tesi del massacro su base etnica, sostenendo che le vittime furono in gran parte collaborazionisti, gerarchi e persone collegate al fascismo.
A Verona la Kersevan oggi sarà ospite di dell’incontro “Io ricordo… tutto!” organizzato da Rifondazione Comunista, Pci e Potere al Popolo che avrebbe dovuto tenersi nella sala civica Tommasoli. Il Comune del capoluogo veneto nelle scorse ha però revocato la disponibilità della sala, ufficialmente per motivi burocratici, ma non scevri da implicazioni politiche, poiché Marco Padovani, l’assessore al decentramento di Verona che ha firmato la revoca, ha espressamente definito la Kersevan una “negazionista”.
Il rapporto tra la Kersevan e Verona, inoltre, non è mai stato tranquillo: la storica, nel 2013, era stata aspramente contestata durante un incontro pubblico all’Università proprio per le sue tesi.
La questione spazi pubblici sembra risolta poiché Rifondazione Comunista ha messo a disposizione la sua sede per l’incontro, ma la possibilità che gli animi si accendano e le contestazioni si facciano severe è più che concreta.