Una città solare per definizione che diventa teatro oscuro di atti criminali. E‘ la Grado raccontata da Andrea Nagele, scrittrice austriaca di Klagenfurt che da qualche anno ha deciso di dedicare una parte della sua produzione letterarua a una intera ‘serie‘ gialla ambientata sull’isola. Grado nella nebbia è il terzo romanzo, appena pubblicato nella nostra lingua dall’editore Emons, nella traduzione di Monica Pesetti, anche in versione audiolibro. Un nuovo capitolo per le indagini della commissaria Maddalena Degrassi che arriva dopo il gran successo, in Austria, di Du darfst nicht sterben e in contemporanea con Grado in Flammen, sesto episodio dei suoi ‘gialli regionali‘.
Cos’ha Grado di particolare da farla diventare la location di un’intera serie letteraria?
“Sono sempre stata a Grado da quando ero piccola. Prima con i miei genitori, poi con gli amici con mio marito e i nostri figli. Abbiamo avuto la fortuna di trovare e acquistare un bell’appartamento e da allora trascorro tanto tempo lì. Amo passeggiare nel centro storico, nelle calli pittoresche che mi ricordano Venezia. Non per nulla Grado è la figlia di Aquileia e la madre di Venezia! Inoltre mi piace molto camminare lungo il mare, dove trovo la calma per riflettere. Tutto questo mi ha ispirato una serie di gialli ambientati in questa stupenda isola. Cosa molto importante: a capo della polizia c’è una donna”.
Lo scrittore di gialli Andrea G. Pinketts – oggi scomparso –, in uno dei suoi romanzi molto autobiografici, scriveva: “Il Trentino l’ho inventato io!” Quanto c’è di ‘reale’ invece nei suoi romanzi?
“I protagonisti sono quasi tutti persone inventate e quelle reali portano un altro nome, ma loro lo sanno! Reale è naturalmente anche la descrizione della città e dei suoi dintorni, che ricerco sempre molto accuratamente”.
Il giallo tradizionale punta alla soluzione di un caso, il noir a raccontare il lato oscuro della società e delle città: lei, invece?
“Personalmente preferisco il thriller psicologico perché mi interessano meno le indagini, ma punto principalmente sugli abissi umani e le tensioni fra i caratteri che possono portare a un delitto o a un altro crimine”.
La sua professione di psicoterapeuta ha determinato il suo modo di raccontare storie?
“Come detto, sono interessata al lato oscuro delle persone. Ho diretto un ambulatorio per ammalati psichici per anni e ho avuto tante occasioni di studiare diagnosi e sintomi della gente. Questo ha avuto sicuramente un grande influsso sul mio modo di scrivere”.
Quali autori, non solo ‘gialli, l’hanno influenzata?
“Tanti: alcuni sono citati anche nei mei libri, come Jane Austen e le sorelle Brontë. Ma adoro anche James Joyce, Italo Svevo, Donna Tartt, Ernest Hemingway, Peter Handke e i drammi di Shakespeare”.
Come sta vivendo la pandemia?
“Cerco di mantenere la qualità di vita al meglio, cioè mi muovo molto all’aria aperta, sperimento nuovi piatti, dormo sufficientemente, leggo molto e guardo serie tv per rilassarmi, visto che scrivo quasi tutta la giornata. Ma sono tutti consigli che nel mio studio propongo anche ai pazienti con disturbi post traumatici da stress: sono la base di una vita sana e serena”.
Quando è stata l’ultima volta a Grado e cosa le manca di più?
“L’ultima volta era in autunno, naturalmente quando era possibile secondo le norme Covid. Mi mancano i miei amici di Grado, Trieste, Cervignano e dell’intero Friuli. Mi manca star seduta sul mio balcone sopra al canale e guardare l’isola di Barbana mentre scrivo”.
Questa è un po’ una battuta: dopo ‘Grado nella pioggia’, nella tempesta, nella nebbia…, ci sarà mai un ‘Grado in pieno sole’?
“Buona questa! Una volta il responsabile della Git, Sandro Lovato, mi ha detto: ‘Faccio una presentazione insieme a te in biblioteca, ma tipo tribunale, perché non hai mai scritto ‘Grado nel sole e pertanto ti devo processare’. Non era solo una battuta: prima o poi dovrò scrivere un libro con questo titolo”.
Ha mai pensato che dai suoi romanzi – ormai sei in tutto, almeno in tedesco – potrebbe nascere una serie Tv?
“C’è un produttore interessato, uno svizzero che da 50 anni viene a Grado. L‘idea era di realizzare una co-produzione con la tv italiana, ma il Covid ha bloccato tutto. Per ora. Intanto sto anche completando un thriller ambientato a Trieste“.