La regimazione di acque e cuccioli di drago è il terzo volume della collana ‘XXI. Guide d’artista’, che la casa editrice fiorentina Centro Di, da 50 anni specializzata nella pubblicazione di libri e riviste d’arte, ha avviato nel 2018. ‘XXI. Guide d’artista’, un progetto ambizioso che attraverso venti volumi racconta l’Italia – regione per regione –, esplorando la sua bellezza non prettamente canonica e turistica attraverso il lavoro di artisti contemporanei che su queste regioni hanno ideato e costruito un loro lavoro. Ogni artista ha una sua voce e una sua visione, quindi, salvo per il formato, ogni volume della collana è diverso dall’altro, rispecchia il lavoro dell’artista, che è sempre unico, ed è impostato secondo le sue indicazioni. Il progetto, partito con la Toscana raccontata dall’artista Giacomo Zaganelli seguita dalla Puglia dell’artista Fabrizio Bellomo, prosegue adesso con ‘La regimazione di acque e cuccioli di drago‘, con testi e disegni dell’artista friulano Nicola Toffolini dedicati al Friuli Venezia Giulia. Il XXI del titolo della collana si riferisce a un’ultima uscita speciale che chiuderà questo articolato progetto, riassumendone il percorso e i risultati. Per ogni numero della collana è prevista un’edizione limitata, contraddistinta dalla copertina nera: ciascun volume di questa serie speciale è accompagnato da un multiplo pensato dall’artista.
Il Centro Di (Centro di Documentazione Internazionale sulle arti fondato nel 1968 a Firenze da Ferruccio e Alessandra Marchi con il duplice intento di produrre e distribuire in Italia e all’estero pubblicazioni attinenti alle arti visive), ha contribuito a raccontare – soprattutto tra il 1960 e il 1980 – gli anni ruggenti delle avanguardie artistiche, innovando la concezione del catalogo d’arte e dialogando con l’editoria specializzata al più alto livello, svolgendo così un ruolo di primaria importanza nella crescita e nella conoscenza della cultura contemporanea in Toscana e in Italia. Oggi diretto da Ginevra Marchi, Il Centro Di continua la sua attività specializzata nella pubblicazione di cataloghi di mostre e musei, monografie, atti di convegno e riviste scientifiche nel campo della storia dell’arte, architettura, archeologia, arti decorative e restauro.
‘La storia di ogni terra è impressa nel suo paesaggio. E tutto il paesaggio è ormai un enorme oggetto culturale. Il mio progetto per la guida del Friuli Venezia Giulia – racconta Toffolini -può essere descritto come un tentativo di cogliere l’inafferrabile complessità di questo naturale, che scivola via ogni volta che pensiamo di averlo afferrato. Attraverso una sorta di iper-naturalismo descrittivo cerco di rappresentare con i miei disegni per la guida il progressivo indebolimento del concetto stesso di natura attraverso dei luoghi simbolici della Regione FVG, specchio di una privata «mappa mentale» che riflette il modo di intendere il rapporto con il proprio ambiente. Il mio filo conduttore sarà l’ACQUA: forma plasmante e plasmata, difficilmente contenibile, elemento carsico e immaginifico che distrugge e nutre, concept progettuale potentissimo in quanto presenza silenziosa ma costante e pervasiva del Friuli Venezia Giulia, che ne costruisce e ne condiziona il paesaggio e al contempo ne racconta l’uomo: dai fiumi, alle dighe, al mare, ai sotterranei, dall’agricoltura, al clima, ai confini, ai disastri, dai conflitti, alle utopie e alle leggende…’
Il terzo libro, quindi, è in uscita a dicembre 2021.
Il progetto è ideato come un racconto per immagini sul Friuli che segue la stratificazione del rapporto dell’uomo con l’ambiente in funzione dell’acqua, rappresentata ed evocata attraverso i disegni dell’artista e attraverso un racconto scritto a quattro mani con Eva Geatti, attrice e performer anch’essa friulana. Un viaggio poetico e visionario in continuo transito, in cui testo e immagini si completano reciprocamente ma mai pienamente. Un fiume carsico, un viaggio fragile e violento, potente e ironico, dove niente è mai realmente fermo.
Attraverso una sorta di iperrealismo descrittivo Toffolini cerca di rappresentare il progressivo indebolimento del concetto stesso di natura attraverso alcuni luoghi simbolici del Friuli Venezia Giulia. Il filo conduttore è l’acqua, concept progettuale potentissimo in quanto presenza silenziosa ma costante e pervasiva della regione, di cui costruisce e condiziona il paesaggio e di cui al contempo racconta l’uomo: dai fiumi, alle dighe, al mare, ai sotterranei, dall’agricoltura, al clima, ai confini, ai disastri, dai conflitti, alle utopie e alle leggende…
I luoghi dell’acqua sono anche quelli dell’alterità esibita, di giganteschi manufatti architettonici innestati nel paesaggio come brutalisti elementi totemici: enormi moloch in scala ambientale che soprattutto nel corso del Novecento hanno contribuito a definire un paesaggio fortemente contrastante, tra le utopie del modernismo, le architetture industriali e quelle della tradizione contadina. Moloch ancora oggi circondati da un alone di sacralità, che da sempre plasmato l’immaginario artistico di Toffolini con il loro forte valore estetico, la loro violenza e il loro enorme trasporto immaginifico e concettuale, simili per certi versi alla bellezza sublime dei paesaggi romantici.
Biografia dell’artista
Nicola Toffolini (1975, Udine) vive e lavora a Firenze.
Mette solitamente a punto installazioni in cui si alternano meccanicamente equilibri incerti e precari. Attraverso anche la pratica del disegno, con cui l’artista realizza tavole dal taglio tipico dei taccuini naturalistici, lo sguardo di Toffolini sembra desideroso di appropriarsi minuziosamente e ossessivamente dello spazio e degli oggetti. Il suo lavoro ha un approccio scientifico volto alla realizzazione di “opere-dispositivo” che indagano con la pratica della verifica sperimentale l’impatto dell’agire umano sul mondo, in particolar modo sull’ambiente naturale. Teso tra la spasmodica ricerca di controllo e la tentazione di stravolgimento, l’artista intende rivelare di ogni cosa indagata la naturale ricchezza e potenzialità attraverso molteplici modalità di comprensione. Il senso di congelamento che deriva dalle sue opere, paragonabile all’inquietudine che si prova nell’essere osservati, è dovuto all’impossibilità di individuare il fattore scatenante, quello che spezza i ritmi regolati della natura da lui presentata. Co-fondatore del gruppo teatrale sperimentale Cosmesi (2003, con Eva Geatti) e dello studio Cickine (2017) nell’ambito del design. www.nicolatoffolini.com