Giornalista, classe 1954, oggi editorialista de La Stampa e di Foreign Policy , visiting Professor alla Princeton University, in passato ha scritto per New York Times, Washington Post e Le Monde. Oggi passa gran parte del suo tempo negli Stati Uniti ma soprattutto vi è vissuto negli anni 80, quelli in cui Trump era sempre al centro dell’attenzione mediatica per le sue attività imprenditoriali e non. Accompagnato dal giornalista di Limes, Luca Susic, in quest’analisi sull’uomo più discusso del momento, Gianni Riotta a Pordenonepensa ha raccontato la sua versione con competenza e professionalità ma al tempo stesso con grande simpatia e ironia coinvolgendo e ammiccando con il pubblico.
Ma andiamo al dunque: perché ha vinto Trump? Prima di rispondere a questa domanda Riotta cerca di far capire innanzitutto chi sia Trump, e dice “che è uno che non ha mai avuto un capo, è sempre stato ricco, ha avuto una vita sostanzialmente dorata e prima di diventare Presidente degli Stati Uniti organizzava eventi quali Miss mondo e si occupava di campi da golf, di casinò, il suo mondo era quello delle sponsorizzazioni e degli affari”.
Inoltre Riotta fa anche due conti e dice che” se Trump, il cui patrimonio oggi ammonta a circa 600 milioni di dollari, avesse investito il milione di dollari che il padre gli diede nel 1973, in blu chip di borsa, cioè i titoli più stabili, ebbene, senza fare niente, oggi Trump sarebbe molto più ricco”. Ma allora, perché, a maggior ragione ha vinto lui? La risposta di Riotta è che “quest’uomo, differenza di Hilary Clinton, ha capito che in America c’era una grande ansia. Ha sentito la paura degli americani. E ha capito che la soluzione semplice era la chiave giusta per alleviare quella paura. Perché quando qualcuno ha paura, se gli dici di incrociare le dita o di toccare ferro si sentirà subito meglio”.
Ma continua anche, dicendo che le risposte che dà Trump, cioè le soluzioni semplici, sono vecchie e i capitalisti questo lo sanno, è chiaro a tutti, dice il giornalista, “che questo è il momento delle energie rinnovabili” facendo riferimento alla mancata ratifica da parte degli Stati Uniti, del trattato di Parigi “e che nessuno più investirebbe mai sul carbone”. Riotta è molto sicuro di quello che dice, sul palco è disinvolto come pochi, e non ha mai perso l’occasione di scherzare e far sorridere tutti ma è stato anche capace di raccontare di sé; a un tratto infatti, quando una coccinella gli si è posata sulla gamba il suo pensiero è andato alla madre “che ha lasciato questo mondo solo domenica scorsa e per la quale ha chiesto un applauso”.