“La Cgil non firmerà alcun accordo che preveda elementi sanzionatori legati al mancato possesso del Green pass, così come siamo contrari all’introduzione di misure analoghe per decreto, come i sindacati hanno ribadito al presidente del Consiglio”. Il segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia Villiam Pezzetta commenta così i possibili contenuti del decreto sull’estensione obbligatoria del Green Pass per l’accesso a tutti i posti di lavoro, pubblici e privati.
“Siamo convinti che la strada da seguire non sia questa – prosegue il segretario – anche alla luce dei dati relativi ai contagi sul lavoro, che a metà giugno rappresentavano soltanto il 4% del totale, a livello nazionale come in Friuli Venezia Giulia. Ecco perché si possono scegliere strade alternative e condivise con i sindacati, da un ulteriore rafforzamento dei protocolli di sicurezza, che fin qui hanno funzionato bene, al varo di assemblee e iniziative di informazione per promuovere le vaccinazioni tra i lavoratori. Condividiamo infatti l’obiettivo di incrementare il più possibile la percentuale di vaccinati, ma riteniamo che la strada maestra debba essere quella di una legge sull’obbligo vaccinale”.
Le riserve della Cgil riguardano sia la legittimità che l’efficacia del provvedimento. “Usare il Green pass come strumento per indurre al vaccino – spiega ancora Pezzetta – è una scorciatoia che riguarda soltanto i lavoratori, cioè il 40% dei cittadini, e che non si pone l’obiettivo di estendere le vaccinazioni ad altre fasce della popolazione”.
Pezzetta, infine, ribadisce la necessità di garantire il tampone gratuito ai lavoratori: “Di test a pagamento – dichiara – avrebbe senso parlare solo in presenza di un obbligo vaccinale, obbligo che secondo la Costituzione va introdotto per legge. Nella situazione attuale, invece, siamo all’assurdo di equiparare nei costi chi utilizza il Green pass per andare al cinema o al ristorante a chi ne ha bisogno per lavorare”.
“L’accordo firmato da Confindustria e Cgil-Cisl-Uil di Udine riguardava l’accesso alle mense. La ventilata introduzione dell’obbligo di Green Pass per l’ingresso in ogni posto di lavoro pubblico e privato cambia totalmente le prospettive: la presidente di Confindustria Udine, quindi, eviti di attribuire al sindacato la condivisione di un’impostazione, quella ventilata dal Governo, che scaricherebbe interamente sui lavoratori, sul sindacato e sulle aziende il peso della mancata introduzione dell’obbligo vaccinale”. Il segretario generale della Cgil Udine Emiliano Giareghi commenta così la nota con cui la Confindustria friulana esprime piena condivisione con l’impostazione del Presidente del Consiglio: “Rispettiamo le valutazioni di Confindustria, ma noi riteniamo si stia prendendo una strada sbagliata, che comporta costi non sostenibili per i lavoratori non vaccinati e sarebbe rischiosa anche per le aziende, soprattutto in una fase di carenza di manodopera sia specializzata che generica e anche alla luce degli ottimi risultati dati fin qui dai protocolli di sicurezza”.