“Siamo di fronte a dati influenzati dal blocco dei licenziamenti e dalla enorme mole di ammortizzatori messi in campo dal Governo, come documentano gli oltre 80 milioni di ore di Cig e Fis autorizzate da gennaio a ottobre nella nostra regione, venti volte i volumi dello scorso anno”. Susanna Pellegrini, responsabile politiche del lavoro della segreteria regionale Cgil, guarda ai dati Istat con cautela: “Quando il paracadute degli ammortizzatori verrà meno – spiega – e cadrà il blocco dei licenziamenti, il prezzo da pagare sarà duro. Da qui la necessità di mettere in campo, non solo a livello nazionale ma anche da parte di questa Regione, politiche capaci di rilanciare gli investimenti pubblici e privati e rimettere in moto un’economia che paga ancora un forte pedaggio all’emergenza sanitaria, soprattutto nel terziario e nel turismo”.
Resta positivo, in un quadro generale che resta fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria, che il Fvg mostri segnali di tenuta migliori rispetto ad altre regioni, anche in ambito Nordest. “Segnali – commenta ancora Pellegrini – che sono sicuramente legati alla forte incidenza del manifatturiero nel tessuto economico regionale. A pagare di più, in questa fase, sono infatti i territori dove è maggiore la vocazione al terziario e dove più alta è l’incidenza di comparti come il turismo sul prodotto interno. Non a caso si registrano, anche nella nostra regione, maggiori difficoltà sul fronte dell’occupazione femminile, specchio di una crisi che colpisce maggiormente i comparti caratterizzati da una forte presenza di lavoro femminile, come appunto il commercio, i servizi e lo stesso turismo”.
Quanto alle prospettive di ripresa, per la Cgil saranno strettamente legate all’andamento dell’emergenza e della curva dei contagi in regione. “Andamento – conclude Pellegrini – che in questa seconda ondata è sensibilmente peggiorato rispetto al quadro nazionale, aggiungendo nuove e pesanti incognite anche sul futuro dell’economia e del lavoro”.