I processi d’innovazione si declinano non solo in un ambito prettamente tecnologico ma anche sociale, in quanto l’attrazione delle giovani intelligenze e dei talenti può produrre una svolta sul piano della crescita economica e demografica in una regione, come il Friuli Venezia Giulia, in cui il deficit di nascite rappresenta oggettivamente un problema. Inoltre, un ambiente dinamico può divenire la sede ideale per sviluppare il principio della “comunità che apprende”, ovvero di una società realmente coesa e protesa verso un futuro sostenibile.
Questo il concetto espresso oggi a Trieste dall’assessore regionale alla Ricerca del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen, nel corso della tavola rotonda di confronto realizzata all’interno di Esof2020 e intitolata “Come l’alta formazione, i decisori politici e gli attori economici possano lavorare insieme verso un nuovo paradigma strutturato di innovazione?”.
L’esponente della Giunta ha sottolineato come il sistema dell’Università e accademico in generale debba puntare in alto e non verso la creazione di profili professionali intermedi, lasciando questo ramo formativo agli Istituti tecnici superiori, protagonisti in regione di un’esperienza di successo capace di favorire l’incrocio di domanda e offerta di lavoro inserendo nel mercato figure specializzate e molto ricercate dalle aziende.
Sul fronte degli istituti di ricerca e dell’Università, come ha rimarcato l’assessore, il tema deve essere quello della complementarità: sia tra gli stessi centri scientifici sia con le realtà produttive del territorio. Perché la peculiarità dell’area triestina è proprio quella di essere un luogo di concentrazione di conoscenza, sul quale la Regione sta investendo attraverso un intervento complessivo, mirato alla creazione di un sistema fondato sulle specializzazioni e sulla valorizzazione delle eccellenze scientifiche e delle vocazioni territoriali.
Un sistema regionale di ricerca e impresa per essere competitivi a livello nazionale e internazionale. E’ stato questo l’auspicio di Rosolen, nel suo intervento durante l’evento Euro BioHighTech, dedicato all’innovazione nei settori biomedicale, biotecnologie e bioinformatica nell’area dell’Europa Centro-Orientale e Balcanica. “Fino a qualche anno fa, le università non parlavano tra loro e i centri di ricerca erano localizzati in sedi diverse e rispondevano solo al territorio di pertinenza”, ha ricordato Rosolen.
L’assessore ha poi sottolineato che il lavoro della sua amministrazione “è stato profondamente concentrato su investimenti in formazione, ricerca e sviluppo” e a rafforzare “una collaborazione tra ricerca e imprese finalizzato a costruire quel sistema regionale che ci permetterà di essere competitivi al di fuori della regione”.
L’obiettivo è “arrivare a un complesso regionale da presentare al resto del mondo – ha concluso – e ora è il momento di iniziare a giocare questa sfida”.