“Con la firma del protocollo sul lavoro domestico viene riconosciuto il ruolo centrale di questo settore all’interno del mercato del lavoro. L’accordo prevede che le parti coinvolte lavorino insieme per migliorare l’informazione e la formazione in questo comparto, riconoscere le competenze, promuovere la sicurezza e la qualità del lavoro e combattere il fenomeno del lavoro sommerso. La nostra regione è la prima in Italia a firmare questo protocollo, che segna non un punto di arrivo ma di partenza di un percorso condiviso”.
Lo ha detto oggi a Udine l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen a margine della presentazione del protocollo che la Regione ha firmato con le sigle sindacali e la parti datoriali – Domina, Fidaldo, Federcolf, Cgil e Filcams Fvg, Cisl e Fisascat Fvg, Uil e Uiltucs Fvg – per la promozione e la diffusione di buone prassi in tema di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e qualità del lavoro domestico.
“Un passo in avanti – ha commentato Rosolen – per l’equilibrio tra vita familiare e lavorativa, per il welfare aziendale, l’incremento dell’occupazione femminile e la diminuzione del divario di reddito tra donne e uomini”.
L’accordo si pone una duplice finalità. Da un lato fornisce una risposta integrata alle famiglie con responsabilità di cura verso minori o anziani non autosufficienti, contribuendo a facilitare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro attraverso un’informazione adeguata e strumenti volti a favorire l’incrocio domanda e offerta di lavoro nel settore domestico.
Dall’altro garantisce la qualità della risposta alle famiglie e la tutela dei lavoratori del settore attraverso la diffusione di iniziative e buone prassi in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, la professionalizzazione dei lavoratori e lavoratrici e il contrasto al lavoro irregolare.
In questa direzione il Sistema di conciliazione integrato (Si.Con.Te) della Regione si pone l’intento di offrire un servizio specialistico di incontro tra domanda e offerta nell’ambito del lavoro domestico e di assistenza alla persona e di fornire consulenza e informazioni alle famiglie sugli strumenti che facilitano l’equilibrio fra la vita professionale e la vita familiare, attraverso gli strumenti dello sportello Si.Con.Te e del numero unico famiglia.
Rosolen ha illustrato i dati sul mercato del lavoro domestico in Friuli Venezia Giulia relativi al periodo 2019-2022.
“Il livello di assunzioni – ha evidenziato l’assessore – dopo il forte aumento registrato nel periodo pandemico (+19,5 percento), è tornato a diminuire tra il 2021 e il 2022, anche se il numero complessivo di assunzioni (13.307) è rimasto superiore al livello del 2019 (12.349). Analogo andamento è riscontrato anche sui saldi occupazionali. Predominante è la quota femminile, che rappresenta oltre il 95 percento del totale per ogni annualità presa in considerazione ed è concentrata soprattutto sulla fascia d’età tra i 45 e i 64 anni. Nel passaggio dal 2020 al 2022, si evidenzia anche la crescita del ricorso ai contratti a tempo pieno, che hanno raggiunto il 44,5 percento del totale, mentre il tempo parziale orizzontale e il tempo parziale misto raggiungono rispettivamente il 32 percento e il 23,6 percento dei casi”.
“Dai numeri – ha proseguito Rosolen – emerge, inoltre, che anche gli stessi datori di lavoro, ovvero le famiglie, necessitano di consulenze per avviare le procedure per la regolarizzazione dei contratti; è per questo che il protocollo si prefigge di avviare un iter condiviso anche in questa direzione. Dati come l’aumento di forza lavoro proveniente dai paesi extra Unione europea (quasi il 60 percento delle collaboratrici familiari straniere, che a loro volta rappresentano la maggioranza del totale) dimostrano infine come il lavoro domestico fornisca un’importante fotografia dei cambiamenti in atto nella società in cui viviamo”.
A prendere la parola, a nome di tutti i sindacati, la segretaria Cisl Fvg, Renata Della Ricca, che sottolinea come “con questo protocollo cerchiamo di qualificare e professionalizzare un settore che fino a pochi anni fa era lasciato a sé stesso. Il Friuli Venezia Giulia è una regione in cui l’invecchiamento aumenta sempre più, siamo tra le regioni più vecchie in Italia con 82mila over 65 non autosufficienti, e secondo i dati Inps abbiamo circa 18mila lavoratrici assistenti familiari. La quasi totalità sono donne, ed è per questo che parliamo anche di conciliazione vita-lavoro”.
Il segretario regionale Uil, Matteo Zorn, aggiunge che “con il documento si cerca di dare risposte sia alle necessità delle famiglie sia a quelle del lavoro femminile, in un settore caratterizzato da tanto sommerso, che va fatto emergere con un contratto collettivo nazionale e con lavoro di qualità. Il protocollo mette insieme pubblico e privato, Centri per l’impiego, Caf, patronati per aiutare le famiglie nella ricerca di assistenti familiari formati, formare e certificare le lavoratrici sia sulle specifiche mansioni, sia sulla cultura della sicurezza e sui diritti”.
Sulla stessa linea la Cgil regionale con Villiam Pezzetta: “Alle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione, e dal progressivo aumento dei malati cronici e dei non autosufficienti, si deve rispondere con strumenti capaci di potenziare e innovare il nostro sistema di welfare, puntando sulla qualificazione del lavoro, contrastando il nero e il sommerso, garantendo retribuzioni giuste e dignitose a chi lavora e un’assistenza di qualità alle persone”.