Ancora travaglio per la Dm Elektron di Buja, la fabbrica di schede elettroniche in difficoltà. Lo scorso venerdì si è tenuto un incontro tra organizzazioni sindacali di Fim-Cisl e Fiom-Cgil rappresentate da Fabiano Venuti e David Bassi, chiesto della proprietà. Ai referenti sindacali è stata comunicata la situazione, dopo i tentativi di accedere a un credito da parte di Friulia per far decollare il piano industriale che prevedeva assunzioni, investimenti e corsi di formazione.
Di fatto Friulia ha “accantonato” il piano presentato da Dm Elektron. A questo punto, per la proprietà, è stato necessario “ritarare” i progetti: a Buja non si produrranno più schede elettroniche ma saranno esclusivamente riparate. Un piano che non convince le organizzazioni sindacali. Perché profila un “percorso di non ritorno” e di fatto di “non sviluppo” per il polo di Buja.
La proprietà ha chiesto di attivare un ammortizzatore sociale per tutti i dipendenti; nel dettaglio si tratta di un contratto di solidarietà per le maestranze della produzione e per il personale amministrativo.
I dipendenti sono calati di molto da gennaio scorso, quando erano 99. A oggi sono a poco più di 60 e saranno coinvolti tutti nel contratto di solidarietà. La proprietà ha comunicato ai sindacati di avere commesse garantite fino alla fine del prossimo anno. Fim e Fiom avevano chiesto un incontro alla Regione; ora servirà un nuovo vertice con gli assessorati di riferimento per fare chiarezza sul futuro della ditta. Per questa sera, mercoledì 25 settembre, è prevista una nuova assemblea sindacale che si terrà dalle 22 alle 23 con il personale nella sede della Dm Elektron.