“I giovani? Sembra abbiano perso la voglia di lavorare…”. La ‘provocazione’ arriva dall’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, che, in un evento organizzato dalla Cisl nazionale, ha fatto il punto sui futuri appalti del gruppo leader della cantieristica. “Nei prossimi anni avremo bisogno di 5-6 mila lavoratori, ma non so dove andarli a trovare”, continua Bono. “Abbiamo lavoro per 10 anni, cresciamo a un ritmo del 10%, ma mancano le figure professionali. Tra un po’ avremo più università che laureati, più porti che navi, più aeroporti che passeggeri”.
“Il lavoro è dignità”, ha ribadito Bono, “e da noi un lavoratore medio prende 1.600 euro al mese. Uno stipendio ben diverso rispetto a quello, ad esempio, di un rider. Purtroppo, in questo Paese abbiamo cambiato cultura”.
Sul caso, è arrivato anche il commento del vicepremier Luigi Di Maio. “Con l’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive siamo pronti a dare supporto a Fincantieri nel formare le maestranze di cui ha bisogno. Le nuove politiche che stiamo costruendo andranno proprio nella direzione di colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro”.
“Le dichiarazioni odierne dell’Ad di Fincantieri Bono sulla mancanza di offerta di lavoro qualificato in Italia confermano quello che la Cisl dice da lungo tempo: ovvero che nel nostro Paese mancano investimenti e strumenti sufficienti per rilanciare formazione, riqualificazione professionale, Its, raccordo scuola-lavoro, apprendistato”, dichiara in una nota il Segretario Generale Aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. “Priorità gravemente mortificate dal Governo nell’ultima Manovra ed evidenziate con gran forza nella nostra Piattaforma unitaria come pure nei contenuti del Patto per la Fabbrica. Si tratta di procedere insieme, in un perimetro di responsabilità condivisa, per creare condizioni di equilibrio tra domanda e offerta, riscattando tanto lavoro povero e agganciando l’obiettivo di una maggiore produttività”.