Il 17 giugno scade il termine per pagare la prima rata di Imu e Tasi 2019. Quest’anno le regole sono cambiate e sono state sbloccate le aliquote per le tasse sulla casa. In pratica, nel 2019 agli enti locali è stata riconosciuta la possibilità di gestire imposte e tasse di loro competenza. Grazie all’approvazione inserita nella manovra finanziaria per l’anno in corso, infatti, i sindaci hanno tempo fino a ottobre per decidere se aumentare l’addizionale Irpef, l’aliquota Imu o la Tasi per le seconde case.
In tutto il territorio nazionale, ad esempio, l’Irpef è aumentata in 469 Comuni.
Nella nostra regione finora sono 10 le amministrazioni locali che hanno aumentato l’Irpef, mentre sono 7 quelle che hanno deliberato a proposito di Imu e Tasi: non sempre, in questi casi, si tratta di aumenti, a volte le aliquote vengono sono state confermate.
La prima rata, però, resta comunque sostanzialmente invariata anche nelle località che hanno deciso le modifiche, mentre i cambiamenti si avvertiranno nella rata di dicembre.
Gli aumenti dell’Imu riguardano in genere tipologie di immobili particolari o utilizzi specifici, che beneficiavano di un regime di favore. Ad esempio, a Pordenone arriva al 10,6 per mille (il massimo) il prelievo sui negozi sfitti (categoria C/1) nel centro cittadino. Anche a Gorizia raggiunge il massimo possibile l’aliquota per gli immobili di categoria D5 (banche e assicurazioni). A Udine, invece, i fabbricati di categoria D (alberghi, banche, istituti di cura, palestre) non utilizzati, a disposizione o non locati, vedranno l’aliquota ridursi all’8,6 per mille, mentre aumenta dello 0,2% la somma dovuta per le abitazioni di lusso.
Insomma, i contribuenti friulani, ma non solo, si preparino a un autunno ‘caldo’ dal punto di vista fiscale.