Intesa Sanpaolo ha riunito all’Abbazia di Rosazzo il Consiglio del Territorio del Fvg. Questa iniziativa ha l’obiettivo di concretizzare sempre più la vicinanza alle istanze del territorio, rafforzando il legame con le realtà economiche, sociali e istituzionali locali.
Nella splendida cornice dell’Abbazia, il presidente Paolo Comolli assieme ai componenti del Consiglio e al direttore regionale Francesca Nieddu hanno affrontato i temi legati al capitale umano, transizione sostenibile e opportunità per i giovani sul territorio.
Dall’analisi curata dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo è emerso che le imprese del Friuli Venezia Giulia si sono dimostrate particolarmente reattive soprattutto nei settori delle costruzioni e del sistema casa grazie alla ripresa del mercato interno e ai brillanti risultati ottenuti sui mercati esteri. Nonostante le imprese risultino meno digitalizzate, il Friuli Venezia Giulia si posiziona sopra la media nazionale per indice sintetico di digitalizzazione, grazie alle maggiori competenze digitali diffuse dei cittadini, all’uso di internet e dei servizi digitali degli enti pubblici.
Nella sfida dell’innovazione in chiave green l’industria manifatturiera del Friuli Venezia-Giulia si colloca in una posizione di vantaggio, sia nel confronto con il Triveneto che con l’Italia: il 20,8% delle imprese che brevettano sviluppa brevetti “green” contro il 14,3% nazionale, e i brevetti green sviluppati rappresentano il 12,7% dei brevetti totali (contro l’incidenza media nazionale del 7%).
Per introdurre nelle imprese del Friuli Venezia Giulia la cultura della transizione digitale e green andrà vinta la sfida del capitale umano: in Friuli Venezia Giulia circa il 9% delle imprese deve affrontare il ricambio generazionale; è inoltre rilevante il numero di nuove risorse ricercate (circa 30 mila tra ottobre e dicembre 2021-stime Excelsior) che supera di molto i livelli pre pandemia. Più della metà appartiene al gruppo professionale degli operai specializzati e dei conduttori di impianti, seguiti dagli impiegati, i commerciali e il personale dei servizi. Risultano di difficile reperimento il 45% degli addetti alla produzione (soprattutto nel tessile e abbigliamento, nelle industrie chimiche e della plastica, nell’edilizia e nell’industria del legno), e il 62,5% delle posizioni più tecniche e di progettazione per le quali il 29% è ricercato in candidati con meno di 30 anni.
“La qualità della formazione dei giovani è la chiave per garantire la ripartenza e confermare la competitività delle imprese del territorio – ha sottolineato Francesca Nieddu, direttore regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia Intesa Sanpaolo – Per soddisfare la domanda di capitale umano occorre attrarre nelle imprese i giovani e riuscire poi a trattenerli con nuove strategie di valorizzazione e di crescita professionale. Gli ITS sono un modello da valorizzare: in Friuli Venezia Giulia si sono diplomati circa 1.800 giovani in 10 anni e ad un anno dal diploma circa 9 su dieci avevano un’occupazione coerente e/o migliorata e utilizzavano le competenze apprese. Come Intesa Sanpaolo, abbiamo da sempre affrontato il tema del capitale umano dandone valore nella valutazione delle imprese, avvicinando l’analisi di questi fattori a quella del capitale finanziario, in coerenza con le indicazioni del PNRR in ambito di criteri di sostenibilità”.