Si sono concluse le assemblee, svolte nelle scorse settimane in tutta Italia, per la presentazione e la consultazione dei lavoratori e delle lavoratrici sull’ipotesi di piattaforma del nuovo contratto nazionale della metalmeccanica. Sulla base del voto, il 16 ottobre 2019 la Commissione elettorale nazionale ha comunicato i risultati pervenuti da tutte le regioni e da tutte le provincie.
In Provincia di Udine sono stati interessati dalla consultazione oltre 10.000 lavoratori che, attraverso le assemblee tenute nella maggior parte delle aziende friulane, hanno approvato la piattaforma con circa il 95% dei consensi, in linea con il dato a livello nazionale attestato al 95,78%. Dopo il forte sostegno ricevuto dalla piattaforma di Fim, Fiom e Uilm da parte dei lavoratori, ora si apre il negoziato con Federmeccanica/Assistal, la prima data è prevista per il 5 novembre.
Gli obiettivi da parte delle organizzazioni sindacali sono di aumentare il salario, estendere i diritti, contrastare la precarietà e migliorare la condizione di vita e di lavoro anche per rilanciare l’industria, a partire dal settore metalmeccanico, che rappresenta la spina dorsale dell’economia italiana e anche del nostro territorio.
“Le nostre proposte, nella parte normativa”, spiega Francesco Barbaro (referente Fim Cisl per Udine e Bassa Friulana) – sono in continuità con il contratto collettivo nazionale rinnovato nel 2016 e tracciano un solco di innovazione nell’ambito delle Relazioni Industriali, per le quali si chiede maggiore coinvolgimento dei lavoratori attraverso i sindacati su temi quali: investimenti, innovazione tecnologica e riorganizzazione dei processi produttivi. Inoltre”, continua Barbaro, “vogliamo rafforzare il Diritto Soggettivo alla Formazione per tutti i lavoratori del nostro settore, per consentire alle maestranze di accrescere le proprie professionalità parimenti all’innovazione tecnologica che sta interessando in maniera massiccia tutto il Settore Industriale del nostro Paese, e in particolare le aziende metalmeccaniche (in Italia negli ultimi 3 anni sono stati investiti per innovazione tecnologica e riorganizzazione dei processi 10 miliardi di euro, l’80% nel settore metalmeccanico), e insieme alla Formazione chiediamo la Certificazione delle Competenze professionali di ogni singolo lavoratore, riconosciuta in modo uniforme in tutto il territorio nazionale”.
“Inoltre”, continua il sindacalista, “la piattaforma, oltre al pagamento di una quota annuale di 250 euro l’anno, prevede una richiesta di incremento salariale dell’8% sulla paga base (circa 150 euro al 5° livello professionale) nel triennio, sull’indennità di trasferta e sulla reperibilità, per poter rilanciare le retribuzioni del nostro settore, che risultano tra le più basse d’Europa se paragonate a quelle di Paesi simili al nostro, facendo ripartire in questo modo i consumi interni ormai fermi da molti anni. Si tratta di richieste volte a valorizzare il lavoro nel settore metalmeccanico, con una visione d’insieme che volga a un ammodernamento diventato ormai non più rinviabile per il settore, e che dia a tutte le lavoratrici e ai lavoratori il giusto riconoscimento di ciò che quotidianamente svolgono”.