La Miko “adotta” un bosco per compensare, entro cinque anni, tutte le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Quello “adottato” è Bosco Sacile di Carlino, una delle ultime foreste che conserva le specie native della pianura friulana. Il bosco è Zona di Protezione Speciale e fa parte della rete Natura 2000 per la protezione della biodiversità. Nel corso degli anni ha subito gravi danni e l’obiettivo è ora quello di riportarla allo stato naturale originario.
La Miko, insieme a Etifor, uno spin-off dell’Università di Padova, realizzerà una serie di interventi di miglioramento e riforestazione, tra le quali la pulizia del bosco e l’impianto di oltre 5mila alberi autoctoni di quercia, carpino e altre specie secondarie. Il progetto prevede anche la riapertura dell’area al pubblico con eventi dedicati alle scuole e alla popolazione locale e la manutenzione dei percorsi.
Questi interventi garantiranno la cattura e conservazione di 5.600 tonnellate di CO2 all’anno, esattamente la stessa quantità di anidride carbonica prodotta dall’azienda in 12 mesi.
Miko è tra le Pmi italiane pioniere della sostenibilità. Il titolo se l’è guadagnato nel 1997, quando, assieme al colosso giapponese Asahi Kasei, brevettò la materia prima del suo prodotto di punta, Dinamica, una microfibra ecologica realizzata con bottiglie di plastica riciclata, che viene utilizzata dalle principali cause automobilistiche del mondo.
Miko è stata allora una delle prime imprese italiane particolarmente sensibili alla salvaguardia ambientale e ancora oggi è impegnata nella ricerca di iniziative che possano incrementare le misure di gestione responsabile dell’ambiente. Oltre al mantenimento delle certificazioni di Sistema e dell’EPD Process, Miko ha realizzato il CSR Report centrato sul tema della sostenibilità a tutto tondo.