Prosegue, al porto di Trieste, la protesta contro il Green Pass con modalità e dimensioni sensibilmente ridotte rispetto a ieri e, soprattutto, senza alcuna ripercussione sulle attività dello scalo marittimo.
Davanti al varco 4 del porto, stamani si sono raccolti una cinquantina di lavoratori, ai quali si sono aggiunte inizialmente un centinaio di persone – poi cresciute nel corso della mattinata fino a raggiungere un migliaio – che continuano a manifestare la loro contrarietà alla certificazione verde. Auto, camion e Tir, che ieri entravano in porto attraverso il varco 1 e gli accessi secondari, oggi utilizzano senza problemi anche l’accesso dal molo VII. La protesta, nella tarda serata di ieri, ha assunto caratteri inusuali e si è trasformata in una sorta di occasione per ascoltare musica e per ballare.
Nessuno stop e nessuna manifestazione di particolare rilievo nelle aziende e fabbriche della regione, dove anche ieri le adesioni a iniziative di protesta si sono limitate a casi sporadici e le attività produttive sono proseguite senza interruzioni.
Limitate a poche unità le partecipazioni alla protesta alla Danieli di Buttrio, alla Fantoni di Osoppo, alle Ferriere Nord e negli altri stabilimenti friulani. La quasi totalità dei lavoratori ha aderito all’obbligo del Green Pass e le percentuali di criticità – secondo i primi dati delle aziende – restano fra lo zero e il 5 per cento. Fa eccezione la Roncadin di Meduno dove c’è preoccupazione per una percentuale che raggiunge il 15 per cento.