Compie 50 anni il Consorzio di sviluppo economico locale del Ponte Rosso – Tagliamento, realtà tra le più importanti del panorama dei consorzi industriali del Friuli Venezia Giulia: nel suo mezzo secolo di vita, ha superato crisi globali (come quella del 2008, i cui effetti hanno cambiato il mondo), portato innovazione (prima con il Centro di formazione e di ricerca di altissimo livello ovvero Keymec, poi sviluppatosi in Lean Experience Factory 4.0), offerti sempre più servizi alle imprese insediate (la Zipr si sta muovendo tra ecoparco industriale ed economia circolare).
Questo e molto altro si è celebrato di recente durante una cerimonia molto sentita, alla presenza di centinaia di persone, alla mensa interaziendale che ha coinvolto autorità e realtà insediate nelle aree gestite dal Consorzio Ponte Rosso Tagliamento che si estende nel territorio del Comune di San Vito al Tagliamento su una superficie di circa 372 ettari di cui un centinaio destinato a verde, infrastrutture e servizi.
Qui attualmente sono insediate circa 130 aziende per un totale di 3.388 addetti (dato al 31.12.18). Gestisce inoltre la Zona artigianale, situata nei pressi del centro sanvitese e che si estende su una superficie di 11 ettari.
Per festeggiare il mezzo secolo di attività, il Consorzio Ponte Rosso Tagliamento ha realizzato un volume dal titolo “1969-2019, Ponte Rosso Tagliamento. Da 50 anni protagonista dell’industria in Italia e nel mondo”, presentato proprio nel corso delle celebrazioni. Il libro racconta la storia dell’ente attraverso la voce dei protagonisti, di chi il Consorzio l’ha fondato, fatto crescere oppure osservato da un punto di vista esterno.
“Chi avrà modo di scorrere le pagine del libro vi ritroverà i valori in cui crediamo: entusiamo, voglia di migliorarsi, senso di responsabilità, rispetto delle persone e attenzione all’ambiente”, ha detto durante la presentazione il presidente Renato Mascherin. “Valori che sono stati propri fin dall’inizio di questa avventura che vede il Ponte Rosso da 50 anni protagonista dell’industria in Italia e nel mondo”. Pubblicazione che è stata resa possibile anche grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Unione Industriali Pordenone, Friulovest Banca, Ambiente Servizi, Crèdit Agricole Friuladria.
“L’inizio di tutto – ha dichiarato il presidente Mascherin – è stata la Zona industriale Ponte Rosso (Zipr), nata ufficialmente il 23 giugno 1969. Ieri come oggi rappresenta un significativo punto nodale realizzato dall’omonimo Consorzio, quale obiettivo progettuale di un disegno amministrativo e politico di grande respiro della Regione. Dalla fine degli anni Sessanta a oggi, il consorzio ha lavorato per sostenere il territorio locale e regionale sia in termini economici sia sociali, promuovendo l’insediamento e lo sviluppo di realtà produttive locali, nazionali e internazionali e sostenendo la creazione di opportunità lavorative. Una missione lunga 50 anni che il Consorzio ha realizzato grazie a radici ben salde nel territorio, e grazie anche a una politica “buona” che ha saputo ben dialogare con il sistema imprese”.
A distanza di quasi cinquant’anni il Consorzio ha subìto un’importante trasformazione: il 2 ottobre 2017 è stato completato il processo di fusione per incorporazione con il Consorzio industriale dello Spilimberghese, risultato delle operazioni di riordino indicate dalla legge regionale “Rilancimpresa FVG”. Zipr gestisce quindi direttamente le aree industriali del Ponte Rosso, l’area industriale Nord di Spilimbergo e la Zona artigianale di San Vito e mantiene, inoltre, la gestione di parte dei servizi tecnici, amministrativi e manutentivi nell’area artigianale della Tabina situata in comune di Valvasone Arzene, avviata in convenzione con l’ente comunale già dall’anno 2015. Inoltre, è in fase di sottoscrizione una convenzione analoga con il Comune di Cordovado per la gestione di alcuni servizi nell’area artigianale dello stesso comune. Complessivamente, l’ente consortile sanvitese, segue oltre 210 aziende insediate su un’estensione totale di quasi 560 ettari e circa 4.650 addetti che operano tra le 4 aree produttive. Questi i numeri di un Consorzio il cui territorio di riferimento si estende da Castelnovo del Friuli a Pravisdomini e la cui popolazione supera i 65.000 abitanti.
Il contesto socio-economico in cui prende vita questo progetto era a metà degli anni ’60 ben diverso. Il territorio era prettamente agricolo e non forniva a quei tempi gli sbocchi necessari a una demografia crescente, con una popolazione giovane che gli amministratori locali auspicavano sempre più scolarizzata. Fino a quel momento, nel mandamento Sanvitese, le uniche opportunità di lavoro stabile non legato all’agricoltura erano fornite da due tipi di migrazione: un flusso migratorio definitivo verso i Paesi europei o extra continentali, oppure una migrazione quotidiana verso le fabbriche da poco consolidate nella città di Pordenone, dove Lino Zanussi aveva realizzato con l’omonima azienda un sogno a misura d’uomo. Da uno studio condotto in quegli anni emerge che la disponibilità della forza lavoro accertata era consistente: su 10 mila persone occupate nel 1969 in settori extra agricoli, il 55% trovava lavoro fuori Mandamento e avrebbe potuto rientrare in zona se ci fosse stata l’opportunità per farlo.
Moltissimi infatti erano i sanvitesi che al mattino in bicicletta raggiungevano la fermata pubblica per recarsi a Pordenone, tornando a casa la sera. Nel fine settimana la maggior parte di quegli operai si dedicava al lavoro nelle proprie terre, consolidando così la figura dei “metalmezzadri ”. Già nel 1962 era stata individuata un’area adatta ad un’ipotesi di industrializzazione, corrispondente all’incirca all’attuale Zipr e si era formulato un progetto, che si concretizzò nel 1965, quando la Regione FVG, istituita solamente da pochi anni, avviò il primo Piano quinquennale di sviluppo economico e sociale. Con quel documento gli amministratori regionali programmarono la creazione delle 12 zone industriali regionali: fra le sette maggiori figurava anche il Ponte Rosso, unitamente alla Rivoli Osoppo, a Udine, Pordenone, Aussa Corno, Monfalcone e Trieste.
L’idea della zona industriale. Dal 1969, quando nasce, al 1975, quando viene inaugurata ufficialmente dal Governo nazionale, la Zipr presenta un quadro occupazionale di miglioramento effettivo dell’economia del territorio. Nei primi sei anni, la nuova area industriale presenta questi dati: 30 aziende installate, 800 posti di lavoro creati (destinati a raddoppiare a completo avviamento delle aziende insediate); 1 miliardo 232 milioni investiti in infrastrutture e servizi, 885 milioni per l’acquisto dei terreni; un patrimonio consortile netto superiore a 1 miliardo 800 milioni. Si notarono inoltre riflessi positivi anche sulla situazione occupazionale mandamentale.
Nel 1965, la Regione stava dando vita al suo primo “Piano Quinquennale di Sviluppo Economico e Sociale”. Si doveva dunque fornire al legislatore, con tempestività e precisione, i punti di riferimento. Innanzitutto il luogo. Dopo questo atto determinante, il Comune di San Vito al Tagliamento, tra il 1967 al 1969, approva il Piano regolatore generale che delimitala Zona industriale e rende possibile il contributo previsto dalla nuova Legge Regionale 690 del 1967 per la costruzione delle infrastrutture: strade, fognature, scalo ferroviario, acquedotto e altro. Le operazioni superano ostacoli di ogni genere, non ultimo quello dei terreni di proprietà privata che il neonato Consorzio industriale acquista per trasformarli nella superficie necessaria a ospitare strutture e infrastrutture. Niente espropri. Anzi un’operazione che dà modo di effettuare permute. Agli agricoltori proprietari vengono garantiti terreni con superfici doppie in zone limitrofe, nelle quali si costruiscono 13 abitazioni moderne con stalle.
L’apporto di istituzioni e di forze politiche (la Dc in particolare) è determinante. Dall’assemblea elettiva del 3 febbraio 1973, nella quale Rino Bianchini, primo presidente, viene confermato alla guida dell’ente, emerge una realtà dinamica ormai consolidata, perché è il frutto di una mentalità consortile ancorata all’unità di intenti dei Comuni soci dell’epoca. Nel tempo la compagine sociale è cresciuta e oggi è composta dai Comuni soci di Casarsa della Delizia (13,92%), Chions 9,28%), Cordovado (4,64%), Morsano al Tagliamento (4,64%), Pravisdomini (4,64%), San Martino al Tagliamento (4,64%), San Vito al Tagliamento (28,25), Sesto al Reghena (9,28%), Valvasone Arzene (9,28%), Castelnovo del Friuli (0,19%), San Giorgio della Richinvelda (0,86%), Spilimbergo (4,67%) e Vivaro (0,51%) oltre alla CCIAA PN (3,08%) e all’Unione degli industriali di Pordenone (2,12%).
Il futuro è oggi con Lef. Tra i grandi progetti che hanno preso l’avvio nel corso del 2019, a 50 anni dalla nascita della Zipr, c’è Lean Experience Factory 4.0 (LEF 4.0), uno sviluppo naturale di Keymec. La fabbrica modello digitale e centro d’eccellenza dedicato alla formazione esperienziale per la diffusione dei principi di lean management, Industria 4.0 e metodologia Agile ha annunciato l’avvio dei lavori di ampliamento della struttura nata nel 2011 dalla collaborazione tra Unindustria Pordenone, la società internazionale di consulenza manageriale McKinsey & Company e altri partner del territorio. Un progetto che vedrà l’avvio delle attività a settembre 2020. Il progetto di ampliamento, che consentirà di raddoppiare la superficie del centro portandola a 2.000 metri quadrati all’interno della zona industriale del Consorzio Ponte Rosso, comprenderà due linee di produzione, un’area dedicata all’innovazione e un incubatore per le start up. Il progetto è finanziato da Regione Friuli Venezia Giulia e Consorzio Ponte Rosso – Tagliamento con un contributo complessivo di circa 3,5 milioni di euro.
I progetti per “tenere il passo”. “Abbiamo in mente grandi cose. Per mantenere il passo di un mondo industriale in continua evoluzione dobbiamo essere ambiziosi”. A ribadirlo è il presidente del consorzio Ponte Rosso Tagliamento, Renato Mascherin. In cima alla lista, oltre all’ampliamento della Lean experience factory , c’è il nuovo centro servizi polifunzionale. Il consorzio punta inoltre a dotare la Zipr di colonnine di ricarica elettrica – una verrà installata anche nella Zin a Spilimbergo -, sistema di videosorveglianza, servizi igienici per gli autotrasportatori e area a fruizione collettiva. Attenzione anche allo Spilimberghese: saranno adeguati sistema antincendio e acquedotto. Anche il centro direzionale del consorzio affronterà una riorganizzazione: il restyling degli uffici in fase di completamento ottimizzerà la gestione dei processi e ricaverà ambienti da adibire ad archivi e sale riunioni. Restyling anche del nuovo sito web www.ponterosso.it .
“Il Consorzio ha un ruolo centrale per il territorio – dichiara il presidente Mascherin -, attorno al quale ruotano molteplici soggetti come le aziende, i lavoratori, le scuole, il territorio. La nostra capacità di interagire con loro e gli strumenti che utilizziamo formano il percorso verso il domani. Qual è dunque il compito del Consorzio? Mettersi in ascolto, questo è il passo fondamentale. Ascoltare e comprendere i bisogni, le esigenze, ma anche le frustrazioni o le spinte che animano gli imprenditori. Lo stesso vale per i giovani imprenditori e le start up: dobbiamo essere per loro come dei tutor che aiutano e sostengono, partire dalle loro esigenze per aprire loro le porte verso nuovi orizzonti.
Ormai in Zipr ci sono tantissime nazionalità: proprietari svizzeri, tedeschi, austriaci, americani, cinesi, a cui si affiancano funzionari, dirigenti, tecnici da altrettanti Paesi che qui vedono il livello di qualità raggiunto dal nostro territorio. Il ruolo del Consorzio è quello di agire sull’immagine della nostra area industriale: far sì che, fin dal primo impatto, si imprima l’idea che questo è un luogo caratterizzato da un’attenzione particolare: sicurezza, pulizia, etica.
Parlando di territorio, non è soltanto un nostro fondamentale interlocutore, ma è soprattutto, insieme alla comunità sanvitese, il contesto di cui Zipr è parte integrante. Per questo, dobbiamo collaborare con i Comuni, gli enti pubblici, i soggetti associativi. Un esempio è l’ambiente: un’area industriale è dentro l’ambiente, lo influenza, ne modella il paesaggio. Non è un caso che siamo i primi ad aver avviato il progetto APEA con cui la zona industriale Ponte Rosso diventerà Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata.
Infine un pensiero ai giovani ai quali dico: non abbiate paura della fatica e delle crisi, se è vero che rappresentano una minaccia è altrettanto vero che sono delle opportunità. Buttatevici dentro, non pensate che sia troppo per voi o che manchi qualcosa nell’organizzazione”.