Nel processo con rito abbreviato che si svolge al Tribunale di Pordenone per il crac Onda Communication, l’azienda di telecomunicazioni di Roveredo fallita nel 2013, l’udienza odierna si è chiusa con il non accoglimento del nuovo capo di imputazione e il rinvio al 25 novembre.
Il giudice non ha dato seguito all’ipotesi anche aveva avanzato il pm Monica Carraturo supponendo che, nel bilancio del 2010 della società, fossero stati contabilizzati ricavi inesistenti per 7,9 milioni di euro per coprire una situazione finanziaria già grave e ben nota agli imputati, Michelangelo Agrusti, attuale numero uno di Unindustria Pordenone e presidente della società fallita, l’allora amministratore delegato Giuseppe D’Anna e Giorgio Costacurta che faceva parte del Cda.
Nella ricostruzione degli inquirenti, per non far apparire le perdite sarebbero stati truccati i ricavi. Un capo d’imputazione che, però, il giudice ha deciso di non accogliere, rinviando il processo per bancarotta semplice a fine novembre, quando saranno sentiti i consulenti e il curatore fallimentare. La difesa, composta dagli avvocati Bruno Malattia, Elisa Carnieletto e Pierluigi Tornago ha espresso soddisfazione per questa decisione e ora si prepara a dimostrare l’innocenza degli assistiti anche per le altre accuse.
I tre imputati erano già stati assolti dall’accusa di frode fiscale nel gennaio del 2018.