“Non procedere ad azioni unilaterali nei confronti dei lavoratori e avviare un confronto con le parti sociali per discutere i dettagli del piano industriale”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che oggi pomeriggio al Mise ha presieduto il tavolo di crisi sul Gruppo Safilo.
“La Regione è al fianco dei lavoratori di Safilo e condivide, al fine di garantire la maggior tutela alle 226 persone assunte nello stabilimento di Martignacco, la richiesta delle organizzazioni sindacali di fare ricorso ai contratti di solidarietà in luogo della cassa integrazione straordinaria (Cigs) proposta dalla proprietà. L’Amministrazione sollecita inoltre un confronto permanente tra tutti i soggetti interessati con l’obiettivo di scongiurare l’adozione di decisioni unilaterali che possano precludere l’individuazione di percorsi condivisi a soluzione della crisi”. Lo ha ribadito l’assessore alle Attività Produttive, Sergio Emidio Bini, intervenendo questo pomeriggio al tavolo convocato a Roma dal Ministero dello Sviluppo Economico – alla presenza del ministro Patuanelli, dell’azienda, di Regione Veneto e delle organizzazioni sindacali – per affrontare la crisi della società padovana con sedi in Veneto e in Friuli Venezia Giulia.
“Tale soluzione – ha spiegato l’assessore – si pone l’obiettivo di sostenere la continuità della produzione, sebbene su orari ridotti, e di non disperdere pertanto il patrimonio umano e professionale nella prospettiva di rendere l’impianto più appetibile a potenziali investitori”. Il piano aziendale approvato il 10 dicembre scorso prevede infatti la riduzione di 700 unità di forza lavoro, portando alla chiusura dell’impianto friulano e a consistenti riduzioni di personale nelle altre due fabbriche.
“Il Friuli Venezia Giulia sta vivendo un dramma – ha sottolineato ancora Bini – che richiede strategie definite collegialmente, figlie di un percorso di condivisione con le istituzioni e, soprattutto, con le parti sociali”.
L’assessore ha, quindi, concluso il proprio intervento appellandosi alla responsabilità sociale dell’azienda, “in una logica che non sia guidata esclusivamente dal profitto, ma dalla capacità di relazione con il territorio e dalla forza di assorbire i frangenti critici determinati dal mercato senza ricorrere alla chiusura degli impianti produttivi”.
“Oggi al Mise abbiamo guadagnato del tempo prezioso, nell’attesa che l’Ad della società venga a illustrare il piano industriale. Nonostante l’azienda insista per la chiusura di Martignacco, bisogna capire bene che, in termini sociali ed economici, costa di più chiudere uno stabilimento piuttosto che tenerlo in vita per cederlo. È evidente che bisogna evitare con tutte le forze la chiusura, perché uno stabilimento ‘morto’ vale meno di uno in attività, anche ai fini di un subentro. Perciò si deve insistere sui contratti di solidarietà ed evitare che si facciano operazioni tese a dividere il fronte sindacale”. Lo ha affermato oggi a Roma la deputata dem Debora Serracchiani, che ha partecipato al tavolo di crisi della Sàfilo, presieduto dal ministro Patuanelli.
“Dopo l’odierno incontro al Mise non registro alcuna disponibilità da parte dell’Azienda che, di fatto, chiude ad ogni possibilità per lo stabilimento di Martignacco (Ud). Ritengo che dopo la perdita di commesse e licenze, che invece altri player acquisiscono, la soluzione non sia gettare la spugna e lasciare a casa 250 persone ma riproporre un virtuoso piano industriale e rilanciarsi anche a costo di rimetterci un po’ di denaro per qualche mese. Aggiungo che ora sono necessari i contratti di solidarietà e continuare con le attuali commesse che, a quanto mi risulta, coprono tutto l’anno 2020, senza il bisogno di casse integrazioni o peggio di mobilità. Formazione, nuove idee e linee di mercato porterebbero a salvare una grande Azienda al posto di arrendersi”. E’ quanto riferisce il deputato, Walter Rizzetto, coordinatore per il Fvg di Fratelli d’Italia che ha partecipato all’incontro con i vertici di Safilo al Mise.