Ecosistema Urbano, la classifica sulle performance ambientali delle città italiane nel nuovo report di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Sole 24 ore, premia Pordenone, che si conferma ai vertici della classifica nazionale dei comuni capoluogo, anche se in questa edizione perde due posizioni e si colloca al settimo posto con un punteggio di 72,0% (era 73,30% nel 2020), invertendo la crescita degli ultimi anni.
Anche Trieste perde tre posizioni e scende dal 12esimo al 15esimo posto (lieve calo nel punteggio da 65,25% a 64,82%). Arretra anche Udine che passa dal 13esimo al 18esimo posto con una perdita di 1,56 punti. Gorizia, unica in controtendenza, si posiziona 30esima, migliorando di due posizioni con un leggerissimo incremento nel punteggio.
Il report annuale analizza i 105 Comuni capoluogo, tenendo conto di 18 indicatori, distribuiti in sei aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.
Nel 2021, in quello che doveva essere l’anno della lenta ripresa post Covid e della messa in campo di interventi concreti, i capoluoghi confermano la tendenza di stallo degli anni precedenti. Poco propensi a migliorare le proprie performance ambientali, sono paralizzati da alcune emergenze urbane ormai croniche. Più smog con i valori di picco che tornano lentamente a crescere nelle aree urbane storicamente afflitte da mal’aria. Un parco auto che resta tra i più alti d’Europa, pochi miglioramenti sul fronte del trasporto pubblico. Torna a salire la produzione dei rifiuti prodotti. Per quanto riguarda le perdite idriche, rimangono all’incirca costanti le città dove più del 30% dell’acqua viene dispersa.
Pochi i capoluoghi che hanno puntato davvero sulla sostenibilità ambientale. Il buon esempio arriva da Bolzano: la nuova regina Green che, dal sesto posto dello scorso anno, conquista la vetta della classifica di Ecosistema Urbano 2022. Al secondo posto Trento, seguita da Belluno, Reggio Emilia e Cosenza, unica città del sud a entrare anche quest’anno nella top ten della graduatoria.
L’ANALISI FVG. “Questo nuovo rapporto sullo stato di salute delle nostre città interviene dopo il lockdown del 2020 e segnala, inequivocabilmente, l’assenza di un’inversione di tendenza e di una vera e propria svolta nelle politiche urbane che erano state invocate e previste durante la pandemia”, commenta Mauro D’Odorico, referente per Ecosistema Urbano di Legambiente Fvg. “I dati e le relative posizioni nella classifica finale manifestano una situazione di forte rallentamento, di sostanziale staticità che sfiora quasi l’immobilismo, anche se non mancano situazioni virtuose o in progressivo miglioramento, nella programmazione e attuazione di politiche urbane in grado di affrontare e superare la crisi climatica/ambientale e quella economica/sociale (oltre alla crisi sanitaria) attraverso un cambio di passo e di prospettiva”.
“Le città devono essere i motori del cambiamento con una serie di azioni che vanno attuate ora. Anche in questa edizione nessuna delle città regionali ha ottenuto il punteggio addizionale che viene assegnato a chi introduce politiche innovative e gestione efficiente delle risorse nell’ambito del recupero e gestione acque, del ciclo dei rifiuti, dell’efficienza di gestione del trasporto pubblico e del modal share. Se confrontiamo i dati, in chiaro scuro, della qualità dell’aria fatti registrare dalle città regionali (peggioramento del biossido di azoto, miglioramento dei valori del particolato fine e permanenza della criticità relativa all’ozono) con l’obiettivo dell’Agenda Onu 2030 di ridurre l’impatto ambientale negativo pro capite delle città, in particolare riguardo alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti” (11.6), comprendiamo quanta strada si debba ancora fare per assicurare il miglioramento della salute (in termini soprattutto di prevenzione) della popolazione più vulnerabile e la riduzione delle disuguaglianze”, prosegue D’Odorico.
“Se pensiamo al crollo del numero di passeggeri che utilizzano il trasporto pubblico, registrato nel 2020 in tutte le città a seguito del lockdown, che si accentua fortemente anche nel 2021, in particolare nelle piccole città, e lo confrontiamo con la leggera crescita del valore relativo all’offerta ciclabile ci rendiamo conto della necessità di introdurre fin da subito forti elementi di innovazione per la riorganizzazione spaziale e funzionale delle città sostenuta dal rilancio del trasporto pubblico, a emissioni zero, accompagnato da politiche di mobilità sostenibile”.
“Oggi le città devono diventare laboratorio per la giusta transizione ecologica”, commenta Sandro Cargnelutti, presidente Legambiente Fvg. “Devono mettere in campo soluzioni per migliorare la qualità ambientale, l’uso efficiente e circolare delle risorse, la mitigazione e l’adattamento al riscaldamento globale con una costante attenzione alle fasce deboli della popolazione (es. in povertà energetica)”.
“Gli esiti di Ecosistema Urbano evidenziano che questo processo in Regione procede in modo lento e non sempre coerente e sinergico con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Nelle città non stanno crescendo nè le aree pedonali, nè le superfici a verde, mentre aumenta la densità delle piante negli spazi già presenti. Tutto questo può significare che erodere spazi alle auto, migliorando la qualità dell’aria e la vivibilità delle persone è un processo ancora poco affrontato”, conclude Cagnelutti.