“Secondo uno studio del Joint Research Centre è previsto un calo della produzione agricola, soprattutto nei settori dell’allevamento, tra il 5% ed il 15% rispetto ai livelli attuali. Le diminuzioni delle produzioni comporteranno una perdita delle esportazioni di cereali, carni suine e avicole, nonché un peggioramento del deficit commerciale dell’Ue per semi oleosi, ortofrutticoli, carni bovine, ovine e caprine”. Lo scrive in una nota l’europarlamentare della Lega, Elena Lizzi, che chiede alla Commissione se “intenda prendere in considerazione lo studio redatto dal proprio organo di ricerca e rivedere la propria strategia e come crede di calmierare i prezzi a seguito delle perdite che gli agricoltori subiranno a seguito di queste logiche”.
“La preoccupante relazione riguarda l’impatto degli obiettivi specifici proposti dalle strategie per la Biodiversità e dal Farm to Fork. Inoltre, a causa delle due strategie –aggiunge l’europarlamentare della Lega- i prezzi di produzione potrebbero aumentare di circa il 10% con un impatto negativo sia sul reddito degli agricoltori che dei consumatori”.
“Per coprire il fabbisogno alimentare dei cittadini dell’Unione – conclude Lizzi – si creerebbe una sostanziale maggiore dipendenza dalle importazioni dai paesi terzi con la conseguenza che i benefici per l’ambiente derivanti dal calo di produzione verrebbero sostituiti da rialzi equivalenti delle emissioni dei paesi terzi”.