Nel giro di dieci anni il Friuli Venezia Giulia ha perso un’azienda agricola su quattro, ma è cresciuta la superficie utilizzata. E’ quanto risulta dai dati definitivi del settimo censimento agrario elaborato dall’Istat. Stando alle cifre, se nel 2010 in regione c’erano 22.316 aziende, al 1° gennaio 2020 il numero è sceso a quota 16.400, il 26,5% in meno. Salgono però gli ettari utilizzati, che sono passati da 218mila a 225mila, più 3%.
Il comparto agricolo dà lavoro a 53mila persone in regione, 23mila delle quali sono i capi azienda o i loro familiari. Preoccupante l’età di chi è alla guida delle aziende: i due terzi dei capi, infatti, hanno più di 60 anni.
Per quanto riguarda l’utilizzo del territorio, i seminativi sono al primo posto con 148.130 ettari, seguiti dalle coltivazioni legnose agrarie (33.372 ettari) e dai pascoli (33.068 ettari).
Stando ai seminativi, da noi si coltivano soprattutto mais (47.580 ettari), piante industriali, ovvero non utilizzate per l’alimentazione umana o animale (42.113 ettari), e foraggio (30.670 ettari).
Nel settore delle coltivazioni legnose, la regina è la vite con 26.349 ettari coltivati, nella stragrande maggioranza per la produzione di vini dop e igp. Si tratta del 63% del totale. A grande distanza, con 1.248 ettari troviamo il melo e con 543 ettari l’actinidia, vale a dire la pianta che dà i kiwi.