Conto alla rovescia per la vendemmia e la precedente 2020, poca ma buona alquanto, si presenta al consumatore di casa nostra e dintorni. Certo che la mancanza del Vinitaly e tante altre rassegne europee importanti, ma anche i mercati a noi più graditi, cioè Usa e Inghilterra, non hanno permesso di far conoscere i nostri vini bianchi nuovi, come è tradizione, già nella primavera che segue il raccolto. Due vendemmie sofferte alquanto, quelle 2019 e 2020, e – si spera – non abbiano più un seguito travagliato. Ma poiché lasciare il vino in vasca non lo aiuta di certo a farne conoscere la bontà ecco allora che è opportuno metterlo in bottiglia, affinché nel nobile contenitore da 0,75 litri possa affinarsi prima della degustazione che verrà, Dpcm permettendo, sia all’esterno sia all’interno di ristoranti ed enoteche. Prima di essere messo in bottiglia il vino deve essere stabilizzato in ogni sua caratteristica e qualità in modo da evitare precipitazioni cristalline e rifermentazioni dovute alle proteine ancora presenti. Come detto in precedenza per stabilizzare il vino si utilizzano sostanze quali bentoniti, caseine e altre.
Il ciclo di imbottigliamento comprende l’attrezzatura per il lavaggio e la sterilizzazione delle bottiglie, quella per riempirle, la tappatrice, l’etichettatrice e la capsulatrice. Le bottiglie si trovano solitamente confezionate in bancali sigillati in modo che non vi sia infiltrazione di sporcizia, ma esse vengono ugualmente sterilizzate prima di essere riempite, tramite lavaggio con sostanze a base di soda oppure con dispositivi che adottano un potente getto d’aria: le soffiatrici. Le riempitrici usate per il riempimento delle bottiglie solitamente sono dotate di un rubinetto che funziona per depressione: un serbatoio sottovuoto e una pompa d’aspirazione, a cui vengono collegate le bottiglie, che creano al loro interno una depressione richiamandovi il prodotto nell’ apposita vaschetta di raccolta.
IL RUOLO DEL TAPPO – L’operazione di tappatura consiste nella chiusura delle bottiglie con uno dei tappi attualmente in uso come il sughero, il silicone o altro. In molti casi si applica sulle bottiglie anche la capsula che ricopre la sommità del recipiente. Le capsule di stagnola o di alluminio, vengono tornite per mezzo di una testata che è dotata di movimento verticale alternativo e munita di rullini girevoli che fanno aderire la capsula alla bottiglia. Le capsule in plastica vengono lisciate mediante l’introduzione dell’estremità della bottiglia in appositi fornellettti riscaldati tramite resistenze elettriche. L’etichettatura è l’applicazione dell’etichetta sulla bottiglia. A seconda del tipo di etichetta verrà scelta la colla più adatta a quel tipo di carta anche se le etichette autoadesive vanno per la maggiore. Le etichette autoadesive sono confezionate in rotoli e vengono montate su un perno dell’etichettatrice, fatte ruotare e staccandosi al passaggio della bottiglia vi aderiscono perfettamente. Prima di venire applicate sulle bottiglie, sulle etichette viene stampato il lotto che permette di distinguere le varie unità di vendita e le partite dei vari imbottigliamenti. Una volta etichettate le bottiglie possono essere poste all’interno dei cartoni e sono pronte per essere stoccate e poi vendute.
L’INNOVAZIONE È MOBILE – Il Centro di Riferimento Enologico di Pozzuolo è una società di servizi per l’enologia nata in Friuli nel 1976 da un’intuizione del suo fondatore Giuseppe Lipari (Beppe per gli amici) con l’inaugurazione del primo impianto mobile per l’imbottigliamento di vini fermi direttamente nelle proprietà del viticoltore. Un viaggio che continua anche con i figli Francesco ed Erika. Oggi l’azienda è specializzata anche nell’imbottigliamento di vini spumanti, frizzanti e birra ed è un vero riferimento in Italia e all’estero. Fornisce anche un servizio di consulenza e assistenza viticola enologica dall’uva alla bottiglia con il supporto di un proprio laboratorio di analisi e di enologi di provata esperienza. Gli impianti di imbottigliamento, nove unità mobili, sono scarrabili e quindi posizionabili a terra per una facilità di lavoro in perfetta sicurezza. Tutti gli impianti sono in possesso delle prescritte autorizzazioni sanitarie, delle certificazioni e delle licenze di legge.
ANALISI DI LABORATORIO – La conoscenza del vino passa obbligatoriamente anche attraverso l’analisi chimica della sua composizione. L’esperienza ha reso consapevoli che il connubio fra analisi chimica e pratica enologica deve essere supportato da precisi riscontri operativi. Per questa ragione è stato sviluppato nel tempo un vero e proprio centro di controllo in grado di rispondere a qualunque richiesta analitica che, grazie alle attrezzature d’avanguardia, viene esaudita in tempi brevi con risultati precisi e affidabili. La premessa per una buona commercializzazione del vino è la costante e garantita qualità dello stesso ottenuta con la l’esperienza, il sapere e la professionalità degli enologi collaboratori del Centro.
ASPETTI TECNICO-SCIENTIFICI – La scelta delle macchine installate sui mezzi mobili e componenti le linee è stata determinata dall’importanza di assicurare un imbottigliamento che rispetti al massimo le caratteristiche del prodotto, garantisca la conservazione del vino imbottigliato e la sua stabilità nel tempo. Il contenuto di ossigeno disciolto che può essere assorbito durante l’imbottigliamento gioca un ruolo fondamentale. Viene pertanto sistematicamente misurato su tutti gli impianti così come viene eseguito il controllo microbiologico. Solo impianti efficienti, tecnologicamente avanzati e gestiti da personale preparato e formato, possono dare tale garanzia. Gli attuali nove impianti sono tutti posizionabili a terra per una facilità di lavoro in perfetta sicurezza, sono in possesso delle prescritte autorizzazioni sanitarie. Gli impianti sono conformi ai requisiti delle norme di prevenzione infortuni ed igiene sul lavoro.