Sul tema del glifosato l’agricoltura Fvg si divide. Da un lato c’è la posizione di Coldiretti regionale: “Siamo impegnati a garantire un futuro senza glifosato nelle vigne del Prosecco come ci chiedono i cittadini e il mercato per difendere il successo di una eccellenza che ha conquistato la leadership nei consumi a livello internazionale”. Lo afferma il presidente della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia Michele Pavan nel sottolineare il lavoro in corso per raggiungere questo obiettivo d’intesa con l’assessore regionale Stefano Zannier.
“Con la Regione – spiega Pavan –, nell’ambito della nuova programmazione del Piano di sviluppo rurale, stiamo condividendo una serie di misure che sostengano le imprese agricole in un percorso verso la sostenibilità”.
“Non si possono nascondere le difficoltà, ma – aggiunge Coldiretti Fvg – bisogna creare le condizioni per dare risposte economiche nel rispetto dell’ambiente alle aziende agricole e venire incontro alle esigenze del territorio nell’interesse dell’intera popolazione”. Proprio per garantire questi obiettivi, la Coldiretti Fvg ha avviato con l’Università di Udine una collaborazione per definire percorsi di sostenibilità ambientale che, nel contempo, diano anche risposta alla sostenibilità economica e sociale.
“Da custodire”, ricorda Pavan, “c’è un patrimonio di 1.162 aziende che producono Prosecco in Fvg, per circa 5.000 occupati, su una superficie investita di 4.528 ettari per una produzione di 900.000 quintali di uva e di 675.000 ettolitri di vino”.
Posizione diversa per Confagricoltura Fvg. “L’Epa Usa ha concluso che non vi sono motivi di preoccupazione quanto a rischi di tipo alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni”, commenta il presidente regionale Philip Thurn Valsassina. “È proprio questo il verdetto emesso dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti d’America, a proposito del glifosate, l’erbicida molto efficace e duttile, utilizzato da numerose imprese agricole e al centro, da anni, di diatribe mediatiche e giudiziarie a proposito di una presunta cancerogenicità della sostanza”.
“Già nell’agosto del 2019 l’Epa aveva sottolineato come, procurare allarme sul potenziale cancerogeno dei prodotti contenenti questa sostanza attiva, sarebbe stato in contraddizione con la valutazione scientifica dell’Agenzia e sarebbe stata quindi una dichiarazione falsa e fuorviante. La valutazione è stata condivisa, negli anni, dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), dalla Bfr (l’Agenzia per la sicurezza alimentare tedesca) e più recentemente dalle autorità canadesi per la salute (Health Canada)”.
“La valutazione dell’Epa statunitense – prosegue il numero uno di Confagricoltura Fvg – conferma quanto sostenuto da tempo, sulla base della scienza e non del pregiudizio, dalla nostra organizzazione: riteniamo importante continuare a utilizzare questa sostanza non solo da un punto di vista economico, perché si rischierebbe di mettere in crisi numerose imprese agricole, ma anche ambientale perché il glifosate è utilizzato particolarmente nelle tecniche di agricoltura conservativa, apportando benefici come la diminuzione di emissioni di anidride carbonica. Tanto più che i mezzi con cui viene distribuito e le epoche d’uso in Fvg e in Italia sono sicuri e non deve essere confuso con ciò che avviene in altre parti del mondo. Le alternative che a oggi sono disponibili sono ancora più impattanti sull’ambiente. Anche questa vicenda – conclude Thurn Valsassina – evidenzia come, prima di ricorrere alla demonizzazione di alcune modalità produttive e ai falsi allarmismi, sia opportuno analizzare le questioni tenendo nella massima considerazione i pareri espressi dalla comunità scientifica internazionale”.