Tra i ricordi ormai lontani degli anni beati dell’adolescenza (primi Anni ‘60…), c’è anche quello di una gita estiva a Forni Avoltri e la scoperta del sapore delizioso di una trota ai ferri. Più recente (ma sempre nel secolo scorso) il ricordo delle trote pescate, cotte e mangiate al ‘Pescatore’ di Cavazzo, quand’era gestito dalla mitica Velia e dai suoi figli. E a proposito di miti, il pensiero vola a Bepi Salon che con furgone e cisterna andava a rifornirsi di trote vive che poi teneva in vasca sull’esempio di tanti suoi colleghi d’Oltralpe…
Il Friuli – non è una novità – è leader europeo nel campo della troticoltura, favorita dall’abbondanza di acque limpide. Non a caso gli allevamenti di dimensioni più importanti si trovano a sud della linea delle risorgive; ma ve ne sono in Carnia, nella fascia collinare (da Pinzano a Pulfero passando per Nimis). Per i più pigri, la trota – magari con il marchio Aqua a garanzia dell’origine – si può trovare dal pescivendolo o sul banco del supermercato.
Portata a casa, eviscerata e pulita, si tratta di cucinarla. Prima opzione: alla griglia, con un trito di aglio ed erbe nella pancia (ma abbiamo visto splendide trote aperte a libro e fatte andare sulle braci; si dimezza il tempo di cottura, si condisce con l’olio alle erbe al momento di andare in tavola). Se fa troppo caldo per accendere la griglia, si possono prendere i filetti di trota, affettarli sottili e lasciarli qualche ora a marinare in frigorifero coperti di succo di limone. Prima di servire, sgocciolarli bene e condire con olio, sale, pepe e a piacere erba cipollina o pepe rosa.
Per i più sfaticati vi è un’altra possibilità: la trota affumicata. Anche in questo caso, in Friuli abbiamo un’eccellenza, la Friultrota di Pighin: la sua ‘Regina di San Daniele’ (trota salmonata affumicata a freddo appena pescata, secondo procedimenti artigianali che garantiscono l’integrità delle caratteristiche nutrizionali e organolettiche) è, secondo molti gourmet, migliore dei più rinomati salmoni. Alla ‘Regina’ (sul mercato dal 1975, dal 2000 inserita tra i Prodotti agroalimentari tradizionali del Friuli-Venezia Giulia) e alla ‘Fil di fumo’ (filetti affumicati a caldo, pronti da mangiare) si è aggiunta da poche settimane una terza specialità: il Fil Rosè, filetto di trota marinato a bassa temperatura con una tecnica che conferisce al prodotto una consistenza morbida e un sapore piacevolmente delicato. Tagliato a fette o a cubetti, servito a temperatura ambiente con un ottimo olio extravergine delicato e accompagnato da un contorno di verdure di stagione, può rendere la pausa pranzo un momento sfizioso anche nelle giornate più calde. Provare per credere…