Fuga all’estero: un miliardo di euro ‘regalato’ agli altri Paesi – Tra il 2008 e il 2013, oltre 9mila individui hanno abbandonato il Fvg per andare a vivere fuori dai confini nazionali. Se si calcolano i soldi spesi per l’istruzione di queste persone, abbiamo perso un patrimonio ‘umano’ stratosferico
L’Istat ha calcolato che dal 2008 al 2013 – ultimo dato disponibile- 9.320 tra friulani e giuliani hanno fatto le valigie e hanno preso la strada dell’estero, stabilendo la propria residenza fuori dai confini nazionali. Un fenomeno, questo, che si è aggravato con l’inizio della crisi economica: negli anni di ‘vacche grasse’, ovvero dal 2002 al 2007, gli emigranti sono stati soltanto 6.558. Insomma, il 42 per cento in più. Ma quanto è costato alla comunità tale migrazione? Traducendo in moneta sonante le risorse utilizzate solamente per l’istruzione di queste persone, il conto risulta salatissimo: 1,15 miliardi di dollari – circa un miliardo di euro al cambio attuale – ‘regalati’ agli altri Paesi.
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I segreti della Guerra Fredda sepolti nella nostra regione – Tra il 1945 e il 1990 il Friuli Venezia Giulia è stato l’utima barriera tra Occidente e Oriente. Ancora oggi sul territorio friulano ci sono i segni delle ‘opere’ nascoste, come i ‘fornelli’ per le mine tattiche nucleari. Per fortuna rimasti inutilizzati
Il Friuli Venezia Giulia è, fin dall’alba dei tempi, un crocevia fondamentale per chi viaggia verso l’Italia e il Mediterraneo venendo da Nord e da Est. Le sue montagne basse e i valichi facili in tutte le stagioni lo hanno esposto nei secoli a ripetute invasioni provenienti da Oriente. Unni, Goti, Avari, Ungari, Turchi sono sempre entrati nella Penisola attraverso la stessa porta, la cosiddetta ‘soglia di Gorizia’, dove le cime vanno smussandosi e l’Isonzo è ovunque guadabile. Da qui inizia un corridoio pianeggiante che si addentra nel cuore della regione, attraverso un asse viario antichissimo, la famosa ‘Stradalta’ o via ‘Ungheresca’, oggi chiamata più comunemente ‘Napoleonica’.
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Ai nervi dei friulani ci pensiamo noi – Pierluigi Dolso, alla guida della Clinica neurologica di Udine, spiega quali sono le patologie più diffuse in regione e i passi avanti compiuti nella loro diagnosi e cura
Quando si parla di malattie neurologiche si fa riferimento a un ampio spettro di patologie, da quelle neurodegenerative, cerebrovascolari, ai disturbi del sonno, all’epilessia, alle cefalee. Inoltre, nella nostra società dove l’età media è sempre più elevata è richiesto un impegno via via maggiore, in particolare per la cura di Parkinson e Alzheimer, ma sono molte anche le patologie che colpiscono i giovani come nel caso delle autoimmuni, o degli ictus.
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Un vaso di coccio in attesa dell’ora X per le Specialità – Per una modello rinnovato servono capacità di autogoverno, qualità del capitale sociale e territoriale, radicamento locale delle forze politiche, processi diffusi di partecipazione alle decisioni: ci manca praticamente tutto
A settembre arriva l’ora X, quella che segnerà il futuro della nostra autonomia. Il dibattito sulle riforme costituzionali entrerà nel vivo e di una sola cosa possiamo starne certi: nulla sarà più come prima. La Specialità, come l’abbiamo conosciuta in 50 anni di onorato servizio, non esisterà più: o ne resterà solo il guscio vuoto, un simulacro di autogoverno svuotato però di prerogative, prima di tutto finanziarie, o essa dovrà riprogettarsi in termini del tutto nuovi.
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A rischio ora è la nostra Ribolla gialla – Il Friuli potrebbe subire un nuovo ‘scippo’, dopo il Tocai. Quest’altro vino bianco autoctono, infatti, fa gola ai veneti, che sono pronti a piantarlo nella loro regione
Dopo lo storico smacco della perdita del Tocai e con la discussione in corso sul Pinot grigio, rischia di aprirsi ora un nuovo minaccioso fronte nel vigneto Friuli: quello della Ribolla gialla. Infatti, questo nostro vitigno autoctono fa gola ai veneti.
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Un tesoro in cerca di padrone – Negli uffici preposti di tribunali e Questure giacciono i beni recuperati dalle Forze dell’ordine come refurtiva. Un vero patrimonio che aspetta di essere riportato a casa dai legittimi proprietari
L’estate, si sa, è il periodo dei furti, soprattutto di quelli nelle abitazioni lasciate vuote per le vacanze. Rispetto al 2014, secondo una recente analisi elaborata da Confabitare, i furti negli appartamenti sono aumentati, a livello nazionale, del 30%. Se ci si concentra sulla refurtiva, a essere più interessanti e appetibili per i ladri sono contanti, gioielli e preziosi, prodotti elettronici, ma anche costosi utensili da lavoro.
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E’ giunta l’ora per la casa di riposo – Tricesimo – Entro l’anno sarà pronto il progetto di ristrutturazione e i lavori saranno avviati nel 2016. Si tratta di un’opera prioritaria secondo il sindaco Mansutti per garantire un servizio di qualità agli anziani
La giunta comunale guidata da Andrea Mansutti è tutt’ora impegnata nella messa a punto del bilancio di previsione per il 2015, che sarà molto probabilmente pronto tra pochi giorni. Il sindaco anticipa qualche dato, a partire dall’utilizzo dall’avanzo di amministrazione emerso dal bilancio consuntivo approvato di recente, pari a un 1,3 milioni di euro, cifra piuttosto elevata, dovuta in parte all’accantonamento necessario per far fronte ai tributi non riscossi, problema che avversa anche molti altri Comuni friulani alle prese con una quota crescente di cittadini che non pagano i tributi locali.
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Molti i cantieri, ma bilancio tirato – San Giovanni al Natisone – Il sindaco Valter Braida fa il punto della situazione sulle opere pubbliche, che sono numerose, nonostante le restrizioni e i sacrifici per far quadrare i conti. E sull’Unione dice: “Manca ancora lo spirito di collaborazione tra sindaci”
Il bilancio era in condizioni difficili al suo insediamento e tale è rimasto. Il sindaco di San Giovanni al Natisone, Valter Braida è uomo di poche parole e poco incline alle lamentazioni, ma anche per il suo Comune i tempi sono tutt’altro che semplici.
“Teniamo duro, perché i tempi non sono dei migliori e cerchiamo di mantenere servizi e pressione fiscale e livelli accettabili per i nostri cittadini, ma è un percorso ad ostacoli. Ci conforta qualche timido segnale di ripresa sul fronte produttivo, ma è ancora presto per dire se ci troviamo di fronte alla tanto attesa inversione di tendenza”.
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Pordenone perde pezzi, gli altri si ingrassano – Fuga dalla città – Il capoluogo 34 anni fa ha toccato il massimo dei residenti con 52mila abitanti, vedendo poi un decremento. Intanto, i principali centri della provincia stanno facendo segnare i livelli più alti di sempre. Ma c’è anche chi, tra le due guerre, era più affollato di oggi
I centri periferici aumentano costantemente il numero della popolazione, mentre il calo a Pordenone è lento e inesorabile. Analizzando la variazione dei residenti nei comuni del Friuli Occidentale, si scopre che la città – in genere polo attrattivo di ogni provincia – è in controtendenza rispetto ia principali centri mandamentali.
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I ‘sassolini’ degli Asìns: “Giù le mani dal Friuli” – Vito d’Asio – Un percorso e un monumento, da inaugurare il 1° agosto, celebreranno la figura della donna friulana. “Non disperdiamo i valori, meglio la nostra aquila del leone di San Marco”
Un punto fermo, pietra su pietra, per ricordare a tutti – alla politica in primis – che il Friuli ha ancora molto da dire. Come ‘marchio’ sugli scenari economici internazionali, ma anche sul piano di valori secolari. Con queste premesse, nel 2013 ad Anduins, è nato un progetto – sostenuto da Pro Loco e Comune, con il sindaco Pietro Gerometta in testa – che si sta portando a compimento in questi giorni.
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La rotonda che fa girare la testa agli azzanesi – Azzano Decimo – La rotatoria delle ‘Cinque Strade’, che ha eliminato l’incrocio semaforico sulla via che porta a Pordenone, fa discutere gli automobilisti per le indicazione controverse sul ‘dare la precedenza’ e gli spazi ristretti di manovra
La viabilità continua a essere motivo di insoddisfazione per gli abitanti di Azzano Decimo, soprattutto per quelli che si dirigono verso Pordenone. Non bastasse il cantiere infinito al confine con il capoluogo, in via Nuova di Corva (pare pronto a ripartire, per l’ennesima volta), ora ci si mette anche la rotonda delle ‘ Cinque Strade’ a far infuriare i cittadini. Un’opera finanziata dalla regione e progettata dalla Provincia di Pordenone, che fa parte del mega piano da 133milioni di euro, messo in piedi dall’ente di largo San Giorgio all’epoca dell’amministrazione Ciriani.
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Caldo e puzza: goriziani costretti a tapparsi in casa – Odori insopportabili dalla fonderia Livarna e dall’Isonzo complicano l’estate degli isontini. Legambiente: “Serve un tavolo transfrontaliero per risolvere situazioni che vanno avanti da anni”
Un percorso partecipato transfrontaliero per affrontare i problemi dell’inquinamento, della tutela della salute e del territorio, a Gorizia e dintorni. Legambiente non ha dubbi: è questa l’unica strada per uscire dallo stallo che ormai da anni sta condizionando il lavoro in tema ambientale – il riferimento è soprattutto alla situazione della fonderia Livarna e a quella dell’Isonzo – nel capoluogo isontino.
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Storia senza tempo nel paese degli orologi – Stefania Conte ritorna in libreria senza i suoi amati gatti, ma con un romanzo ambientato alla fine della Seconda guerra mondiale in Val Pesarina, dove fatti reali, sentimenti ed elementi sovrannaturali si incrociano
Non è una questione ‘politica’, ma anagrafica. Il dialetto veneto parlato a Udine, per secoli tratto distintivo delle classi ‘agiate’, è in via di ‘esaurimento’. Nonostante sia stato inserito addirittura in una legge regionale di tutela (la n. 5 del 17/2/2010) assieme alle altre varianti parlate in regione, questo ‘veneto coloniale’ o ‘di imitazione’ ha iniziato un lento declino, partito già alla fine della Seconda guerra.
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Cent’anni di avanguardia – Darmo Brusini, scomparso nel 2014 a 104 anni, è al centro di un’antologica allo spazio ‘Ciro Pers’ di Majano
E’ stato uno dei grandi dell’avanguardia friulana, anzi l’ultimo dei protagonisti di una stagione irripetibile, vissuta a fianco dei fratelli Basaldella, dei vari Fred Pittino, Modotto, Filipponi… Scomparso nel 2014 all’età di 104 anni, Darmo Brusini – pittore, scultore, incisore e grafico – ha dovuto attendere l’ultimo capitolo della sua lunga vita per vedere le sue opere al centro di antologiche, nella Galleria d’arte moderna di Udine e in S. Antonio Abate.
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“La musica ribelle oggi ci servirebbe” – Eugenio Finardi alla serate finali di ‘Folkest’, sabato 25 a Spilimbergo, con 40 anni di carriera e l’album del ritorno al rock, ‘Fibrillante’: “E’ un disco di testimonianza più che di lotta, ma è il momento di cambiare per davvero”
Per chi, come il sottoscritto, ha scelto di chiamare il suo blog ‘Musica ribelle’ (www.ilfriuli.it), l’intervista a Eugenio Finardi, ospite atteso delle serate finali di ‘Folkest’, sabato 25 in Piazza Duomo a Spilimbergo, non è un dovere, ma un immenso piacere. Anche perché il cantautore milanese, che 40 anni fa esordiva col primo album solista ‘Non gettate alcun oggetto dai finestrini’, non è soltanto una delle colonne della musica d’autore italiana e la firma di alcuni pezzi da ‘enciclopedia’, da ‘Extraterrestre’ (“Il mio primo ‘insuccesso’ – spiega -: fu accusato di escapismo…”) a ‘Le ragazze di Osaka’, ma è anche un raro sempio di artista che ha scelto l’impervia strada del cambiamento.
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I ‘big’ si trovano in collina – ‘Festival di Majano’ alla 55a edizione con alcuni dei ‘live’ più attesi dell’estate friulana, dalla data inaugurale coi Subsonica al ritorno dei Litfiba ‘anni Novanta’, al trionfo del metal
Sembra quasi incredibile, ma quella che era ‘soltanto’ una festa di paese (anche se una ‘grande festa’, con 55 anni di storia!) è diventata, negli ultimi anni, una delle location più importanti per i live estivi. Anzi, la sede di alcuni dei concerti più attesi, se è vero che dal 2010 a oggi, al ‘Festival di Majano’, sono passati nomi come Alice Cooper, i Toto, i Negrita, i Deep Purple, Fabri Fibra e Fedez. Una lunga storia, quella del rapporto tra la cittadina collinare e i live, che parte degli anni ’90, quando tra gli ospiti ci furono un certo Ligabue e persino gli Iron Maiden!
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Nel nome della madre – Le voci di Pier Paolo Pasolini e di sua mamma, Susanna Colussi, si intrecciano nel nuovo spettacolo che debutta domenica 26 a Villa Manin
Di Pasolini conosciamo molti volti: il poeta, l’intellettuale, il provocatore, il regista, lo scrittore. Poco si sa del suo lato più intimo, se non quello che trapela dalle sue parole, soprattutto quelle in versi. Ecco perché il confronto con sua madre, il primo legame e la principale origine della sua educazione sentimentale, non può che rivelare oggi – a 40 anni dalla sua morte – il volto più privato di Pasolini.
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