Friulane col bicchiere in mano – In Friuli Venezia Giulia, al contrario di quanto accade nel resto d’Italia, il consumo di alcol è in crescita e a guidare la classifica è la popolazione femminile
Che il Friuli sia la terra del vino è cosa risaputa. E’ da verificare che i friulani siano buoni bevitori, ossia che sappiano bere. Sicuramente, invertono la tendenza italiana. Al contrario di quanto accade nel resto del Paese, dove, secondo gli ultimi dati Istat, lo scorso anno, rispetto al 2013, c’è stato un lieve calo nel consumo di alcol, passando dal 64% al 63%, nella nostra regione la percentuale di bevitori è salita, passando dal 69 al 71%. Ancora più allarmante è il dato che riguarda i consumatori abituali, passato dal 23% del 2013 al 25 % del 2014. Insomma, quello dell’alcol è un vizio difficile da estirpare.
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Trieste? Una città privilegiata – La rottura del patto educativo tra genitori, scuole e istituzioni favorisce tra i giovani fenomeni di devianza e rende più facile superare i limiti
Incapaci di rispettare le regole, superficiali, sfaticati, maleducati e via dicendo, il tutto condito dall’epitaffio finale “chissà dove andremo a finire”.
Alzi la mano chi, almeno una volta, nel parlare delle giovani generazioni non si è dovuto sorbire uno dei tanti luoghi comuni, accompagnato dal giudizio inoppugnabile che stiamo allevando una manica di ‘delinquenti’.
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A Gorizia nasce la polizia europea – Il carnico Lorenzo Pillinini ha assunto nel marzo scorso la guida della Questura. Vanta una formazione specifica sulla cooperazione transfrontaliera ed è convinto che l’Isontino possa diventare per l’Europa un esempio da seguire
Carnico doc, come ci tiene a sottolineare, quarant’anni di vita spesa nei ranghi della Polizia di Stato e una particolare preparazione sulle tematiche transfrontaliere. Lorenzo Pillinini ha assunto nel marzo scorso la guida della questura di Gorizia dopo aver ricoperto vari incarichi di prestigio (questore vicario a Udine e a Trieste, dirigente della Polizia di frontiera del Triveneto), lavorando per lungo tempo anche nel Sismi dove ha seguito da vicino alcuni tra gli eventi più importanti della nostra storia recente.
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Il Friuli alla prova dell’Italicum – Il costituzionalista Marco Cucchini spiega cosa cambierà in regione con il nuovo sistema elettorale: avremo un deputato in più. Ma solo cinque onorevoli, tutti del partito vincitore, potranno essere scelti con le preferenze
In soffitta il Porcellum, voteremo con l’Italicum. Mentre a sinistra si grida allo scandalo e a destra si tenta la replica dell’Aventino, il premier Matteo Renzi porta a casa la nuova legge elettorale, con tanto di tweet con istantanea della firma del presidente Sergio Mattarella a suggellare il passaggio rivendicato come storico. Ma lo è davvero? E cosa cambierà per la nostra regione con il nuovo sistema? “In effetti qualcosa cambierà – spiega Marco Cucchini, costituzionalista e politologo dell’Università di Udine – sia rispetto al numero di voti necessari per essere eletti, sia per quanto riguarda il modo di catturare i consensi degli elettori”.
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Centri per l’impiego nel guado – Mancano meno di due mesi al passaggio di consegne tra Province e Regione del servizio di collocamento lavorativo, ma il rischio è che il sistema si inceppi per i tempi troppo stretti
Entro il prossimo primo luglio i Centri provinciali per l’impiego dovrebbero passare in mano alla Regione, ma il condizionale è d’obbligo perché il rischio è che non si faccia in tempo a perfezionare tutti i passaggi necessari. Si parla di 18 centri, nei quali operano 176 persone, delle quali quasi un centinaio nella sola provincia di Udine.
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Contratti truffa? Aziende ‘furbe’, clienti gabbati – Cambi di gestore all’insaputa dell’utente, offerte che non rispondono al vero, promesse di miracolosi risparmi, ma anche la poca voglia di informarsi e l’essere precipitosi fanno sì che molti consumatori cadano in trappola. L’Adiconsum: “Chiedete alle associazioni, non all’amico al bar”
Se qualcuno suona alla porta e vi esorta a cambiare contratto di fornitura di luce o gas – addirittura vi chiede denaro contante per saldare debiti o attivare servizi – drizzate bene le orecchie. La fregatura potrebbe essere in agguato. Offerte supervantaggiose per la fornitura del gas, promesse di mega risparmi sull’energia elettrica, telefonate e Internet quasi gratis. Sono sempre di più i cittadini della regione che si rivolgono agli sportelli delle associazioni dei consumatori per chiedere aiuto, dopo essere caduti nella trappola di proposte che non si rivelano poi così vantaggiose.
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Vicini insolventi, taglio ai servizi – Questioni di vicinato – La più comune causa di lite tra condomini è il mancato pagamento delle spese comuni. Se è la maggioranza a non versare la quota, però, l’unica soluzione è eliminare i costi di pulizie, ascensore e persino del riscaldamento
Chi di noi non si è mai infastidito per una festa a tarda ora nell’appartamento di sopra o non si è lamentato se il pensionato della villetta accanto ha deciso di potare la siepe alle 7 di domenica mattina? Per i friulani, che notoriamente soffrono del ‘mal dal madon’, la casa è come un castello e va difesa, spesso contro tutto e contro tutti. Questo, però, sembra essere un vizio degli italiani in generale se è vero che le liti condominiali finite in tribunale ammontano addirittura a 18 milioni (180 mila all’anno) e rappresentano circa la metà delle cause civili. Inoltre il Codacons stima in circa tre miliardi di euro la spesa annua per le dispute tra i vicini.
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Sosta a raso? No, grazie. Conviene affittare dai privati – Chi lavora a Udine arriva a spendere 96 euro al mese per lasciare la vettura nelle strisce blu otto ore al giorno: con meno soldi si può avere un posto auto in struttura o un garage in centro città. E i vantaggi sono numerosi
Scendono i prezzi del posto auto: ora affittarlo dai privati può essere più conveniente del ticket per le strisce blu. Sembra paradossale, ma è così. Stando ai nuovi prezzi per il 2015, per un posteggio in struttura privata o in un garage del centro città si arriva a spendere fino a 90-100 euro al mese. E chi arriva a Udine, magari per lavoro, ed è costretto a lasciare ferma l’automobile per diverse ore, può trovare questa cifra concorrenziale.
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Parco Cimolai a nuovo, ma la fontana è una pozza – Pordenone – L’area verde di via Locatelli è stata da poco sistemata. Peccato che il getto non funzioni e il ristagno d’acqua possa far proliferare zanzare e insetti vari
Il parco Cimolai, non c’è che dire, è stato rimesso decisamente a nuovo. Rispetto all’incuria di qualche anno fa, l’area verde gode ora di un nuovo splendore. Gazebo sistemato, camminamenti tirati a lucido, ampia e colorata zona giochi per i bambini, accesso ai cani. L’area, che ha una superficie di circa 2,6 ettari ed è stata acquisita dal Comune nel 2008, si estende dove un tempo si ergevano i capannoni facenti parte delle industrie Cimolai (dalle quali prende il nome), che vi si insediarono negli anni ‘60. Proprio la famiglia Cimolai ha contribuito affinché prendesse vita il progetto per la realizzazione di questo polmone verde all’interno della città. Inoltre, la zona è stata interessata nel recente passato anche da inteventi per smaltire le grandi quantità d’acqua in occasione delle piogge di maggiore intensità, che hanno creato non pochi problemi alle proprietà limitrofe negli anni scorsi.
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Ordinanza flop: cani senza freni e poche museruole – Pordenone – Dal 15 aprile sono in vigore le nuove regole, ma le segnalazioni di infrazioni in varie aree sono molte
Le regole vengono puntualmente infrante, ma esistono. E sono state pure rafforzate recentemente dal Comune di Pordenone, che ha emanato un’ordinanza, in vigore dal 15 aprile, per disciplinare l’accesso dei cani in parchi e aree pubbliche cittadine. Con tanto di limitazioni segnalate in loco e l’obbligo di raccogliere gli escrementi dei propri animali in tutti i luoghi pubblici. Le norme, inoltre, dicono che se l’area è recintata, i cani possono circolare liberi, altrimenti devono essere tenuti al guinzaglio. In questo caso, è d’obbligo anche la museruola.
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Udine al fianco dei ‘poteri forti’ – Dal 1866 capitale dell’irredentesimo, il capoluogo friulano vide crescere tra 1914 e 1915 i favorevoli al conflitto grazie anche a mirate campagne di stampa
Le bandiere abbrunate degli irredentisti apparvero, fra la Stazione ferroviaria e Porta Aquileia, il 14 novembre 1866, per salutare Vittorio Emanuele II: da quel giorno Udine divenne la capitale dell’irredentismo in Italia, un movimento inizialmente elitario, che andò ingrossandosi fra l’autunno del 1914 e la primavera del 1915. I cattolici e i socialisti, cioè la stragrande maggioranza, erano contrari alla guerra, ma i ‘poteri forti’ produssero una marea montante. Provò ad opporvisi la Camera del Lavoro di Udine, con un comizio nella sala del Cinema Cecchini, che fu violentemente disturbato da un gruppo guidato da Romeo Battistig.
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In questo numero MATARAN, Uno sguardo graffiante sull’attualità regionale