Agli stranieri piace la vita in Fvg – I residenti. La tendenza in crescita degli ultimi anni e soprattutto il +3,3% registrato tra 2017 e 2018 confermano l’attrattività della nostra regione, grazie alle possibilità di lavoro
Sbarchi. Passeur. Clandestini. Porti aperti (o chiusi). Sono tutte parole che definiscono quella che oggi chiamiamo ‘emergenza immigrazione’ sulla cui gestione, proprio in queste ore, l’Unione Europea ha annunciato un cambio di rotta. Abbiamo deciso, però, di lasciare per un attimo da parte l’accoglienza di quanti arrivano nel nostro Paese e di concentraci, invece, su quanti stranieri in Italia vivono e lavorano già da tempo, al punto da aver preso la residenza entro i nostri confini.
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Friuli Doc, l’Università è il piatto principale della 25a edizione – L’evento. Fino al 15 settembre il capoluogo friulano apre le porte alle eccellenze della conoscenza e del gusto con un programma ricco di appuntamenti
L’Università di Udine è la grande protagonista della 25a edizione di Friuli Doc fin dal titolo ‘Le eccellenze della conoscenza incontrano le eccellenze del gusto’.
Eccellenza innanzitutto del vino, “che si deve – ha spiegato il sindaco Pietro Fontanini – proprio all’Ateneo friulano, per il suo contributo a mantenere in salute la vite con gli studi di Agraria”.
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Fiom Cgil: “Serve un nuovo Rilancimpresa” – Friuli occidentale. Il segretario provinciale e regionale, Maurizio Marcon, chiede alla Regione di intervenire sul tessuto produttivo
con un nuovo piano, che scelga settore e aziende su cui puntare
“Non è per guardare alla passata giunta di centrosinistra, ma sarebbe opportuno che la Regione mettesse in campo un nuovo Rilancimpresa”. Il segretario pordenonese e regionale della Fiom Cgil, Maurizio Marcon, auspica che la giunta del Friuli – Venezia Giulia s’impegni nella rinascita del tessuto industriale non sono del Friuli occidentale, ma di tutto il territorio regionale. E delle indicazioni della Cgil potrebbe far tesoro l’assessore Sergio Bini, che proprio in questi giorni ascolterà le parti sociali per il suo progetto di rilancio SviluppoImpresa.
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Il successo si misura coi numeri e le parole – Pordenonelegge conferma la sua struttura di festival con centinaia di ospiti nazionali e internazionali e appuntamenti in tutta la cttà, ma con diverse novità
In un festival dedicato alla parola scritta, pare strano cominciare dai numeri. Eppure sono anche quelli a fare di pordenonelegge un appuntamento unico. Alla 20a edizione della rassegna curata dal direttore artistico Gian Mario Villalta con Alberto Garlini e Valentina Gasparet, in programma dal 18 al 22 settembre, saranno presenti oltre 600 protagonisti in centinaia di incontri, dialoghi, lezioni, eventi scenici e altri appuntamenti in una cinquantina di location del centro storico. Altre cifre: 65, il numero delle novità di grandi autori stranieri e italiani che saranno presentate in esclusiva a Pordenone, e 120 mila, gli spettatori calcolati per l’edizione 2018.
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Il folk friulano, scoperta made in Usa – 65 anni fa, il 18 e 19 settembre 1954, l’etnomusicolgo Alan Lomax venne in regione, a Ovaro e Resia, per registrare i canti di tradizione popolare ascoltati in un lungo viaggio attraverso tutta l’Italia
Senza le sue ricerche, la storia della musica sarebbe stata più povera. Non fosse altro per i dieci anni di documenti sonori raccolti tra gli Anni ’30 e ’40 nell’America dei poveri, sia bianchi che neri, a raccogliere la tradizione rurale che da un lato avrebbe dato origine alla rinascita del folk, dall’altro alla (ri)scoperta del blues, partendo da nomi come Jelly Roll Morton e Muddy Waters. Ma Alan Lomax, nato a Austin, Texas nel 1915, figlio del musicologo John A. Lomax – tra i pionieri della ricerca sul folklore americano e tra i fondatori dell’archivio sonoro della Library of Congress di Washington -, ha anche un altro grande merito: quello di aver raccolto e divulgato la tradizione popolare del Vecchio continente.
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