Basta parole: i friulani disertano comizi e cortei – Non ci interessano più i dibattiti, i comizi e i cortei e staimo ben lontani dai partiti dove ormai si danno da fare gratuitamente una manciata di persone
Basta chiacchiere, soprattutto se si parla di politica. Soprattutto se a parlare sono i politici. L’elaborazione effettuata da Italiani.coop sulla base dei dati Istat è sconfortante: ai residenti del Fvg la gestione della cosa pubblica continua a interessare, ma non appena sentono odore di politica cambiano canale o preferiscono una cena con gli amici al comizio di turno.
Che la politica continui ad interessare è dimostrato dal fatto che il 35,4% si mantenga aggiornato quotidianamente sull’argomento, con quasi 5 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale e poco sotto il dato registrato tra i veneti, al quarto posto tra le regioni più attente.
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Cari politici non vi crediamo più – Elezione dopo elezione, l’astensionismo cresce anche in Friuli – Venezia Giulia: alle ultime Regionali è andato a votare un avente diritto su due. E, in molti casi, la maggioranza resta a casa. Ecco perché i cittadini non esecitano più il proprio diritto di scelta
Se si guardano i dati, c’è di che rimanere allibiti. Anno dopo anno, elezione dopo elezione, le persone che si recano alle urne nella nostra regione sono sempre di meno. Con l’unica eccezione delle Regionali del 2008 (afflenza in crescita rispetto al 2003, ma superiore a quella del 2013) in tutti i casi la percentuale degli astensionisti è sempre in crescendo. Al punto che si può ben dire che quello dell’astensione è diventato il primo partito in Friuli – Venezia Giulia. E questo vale non solo per noi, ma per tutto lo Stivale: basti pensare al voto nel municipio romano di Ostia di qualche settimana fa, quando solamente un residente su tre ha deciso di scegliere il proprio rappresentante nell’amministrazione.
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Il sindaco non conta più? E allora io non voto – I cittadini disertano le urne non solo in occasione delle consultazioni politiche, ma anche di quelle amministrative. Invertire la tendenza: la ricetta del politilogo Paolo Feltrin
I dati sono chiari: nel corso del tempo, l’affluenza alle urne è andata via via scemando, fino ad arrivare a situazioni limite (ultima in ordine di tempo, le elezioni per il Municipio romano di Ostia dove a votare è stato un avente diritto su tre) nelle quali sono più i ‘disertori’ dei partecipanti. Senza contare la fiducia dei cittadini – compresi i friulani – nei partiti, scesa a un livello talmente basso che pare di poter dire come nemmeno i politici credono a se stessi. Sul tema abbiamo sentito il politologo Paolo Feltrin, docente di Scienze politiche e sociali all’Università di Trieste.
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Dopo la tempesta resta solo il degrado – UDINE – A quasi quattro mesi dal fortunale che il 10 agosto ha sconvolto il Friuli, molte vie del capoluogo attendono ancora l’intervento di ripristino
Si era detto, in quelle prime ore di conta dei danni del 10 agosto, quando ancora gli alberi bloccavano le strade e si raccoglievano tegole e calcinacci, che ci sarebbe voluto tempo per tornare alla normalità. Lo avevano detto in coro la presidente della Regione, Debora Serracchiani, appena chiesto lo stato di calamità naturale, e l’assessore al Verde pubblico di Udine, Enrico Pizza. E nonostante la macchina organizzativa della Protezione civile e la tanta buona volontà di chi, armato di motosega o di rastrello, ha ripulito strade e tagliato i tanti alberi caduti, la pessimista predizione si è avverata.
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Il compositore amato dai Teatri – RONCHI DEI LEGIONARI – La musica di Federico Gon aprirà la stagione 2021 del Verdi di Trieste. >> di Ivan Bianchi
Sulla sua carta d’identità, sotto la voce ‘professione’, c’è scritto ‘musicista’. Per molti potrebbe non significare più di tanto, ma per Federico Gon, ronchese di nascita e di anima, ma sagradino d’adozione, vuole dire molto. “Anche se per anni ho fatto tanti altri lavori”, confessa Federico, che della musica è riuscito, come suo sogno, a farne un’occupazione. Dopo anni di lotte, studio e impieghi di svariati generi. Classe 1982, alla fine delle scuole medie sceglie di frequentare l’Istituto agrario di Gradisca, perché “era la scuola che meglio si adattava alla mia forma mentis – racconta Federico -, un istituto che ti insegna a rispettare la stagionalità e ti dà il ritmo”.
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Appello ai privati per salvare Palazzo Paternolli – GORIZIA – L’edificio che ospitò Carlo Michelstaedter e Carolina Luzzatto è abbandonato e rischia di andare all’asta.>> di Marco Bisiach
C’è, a Gorizia, un edificio carico di storia e di fascino, che rischia di andare perduto. E c’è, da qualche anno, una giovane eroina che si batte in sua difesa, facendo di tutto perché quel luogo venga salvato e valorizzato come merita. Sono Palazzo Paternolli, dove si trova la soffitta tanto cara al filosofo Carlo Michelstaedter, e Chiara Pradella, la ragazza che da quasi due anni sta sensibilizzando città e istituzioni. Perché il palazzo è abbandonato, finora nessuno ha voluto o potuto intraprenderne il recupero e, se le cose non cambieranno a breve, l’immobiliare Arca, proprietaria dell’edificio, metterà Palazzo Paternolli all’asta. Con la soffitta di Michelstaedter che rischia seriamente di andare perduta.
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Ecco gli artisti figli della glasnost – ‘Goodbye Perestrojka’ è il titolo della rassegna organizzata a Gradisca d’Isonzo dall’Erpac con un centinaio di opere di artisti dell’ex Urss che negli Anni ’80 cercavano nuovi linguaggi
Chi ha vissuto l’incubo della Guerra fredda, e ha attraversato anche solo in parte i decenni dai ’50 agli ’80, con i timori per una possibile – e sempre imminente – apocalisse atomica, ricorderà il sollievo provato durante la presidenza di Mikhail Gorbaciov, il presidente che dal 1985 avviò il processo di cambiamento poi definito ‘Perestrojka’. Una radicale trasformazione della società e del Paese, un nuovo sistema di pensiero che chiuse virtualmente la Guerra fredda e arrestò la corsa agli armamenti.
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Musica friulana FORTE da vent’anni – Dal 1997 a oggi, l’etichetta Musiche Furlane Fuarte ha pubblicato decine di album che hanno rinnovato il panorama in marilenghe e creato quella rete di contatti che ha portato ‘Suns Europe’ a Udine
Se Udine in questi giorni è la capitale dell’Europa delle lingue minoritarie, il merito è soprattutto di chi, da tempo, ha saputo comprendere le potenzialità del Friuli e del friulano, dentro e fuori i canali tradizionali. Nella musica, per esempio, è indubbio che le cose non sarebbero state le stesse senza il Premi Friûl organizzato da radio Onde Furlane, che dai primi Anni ’90 ha portato diverse generazioni di musicisti a utilizzare la loro lingua madre in generi musicali poco frequentati prima, cercando ‘altre strade’.
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