Sempre più sfumature di genere – Il 10 giungno Udine ospiterà la parata finale del Pride Fvg, durante la quale sfilerà la comunità ‘Lgbtqia’ e non solo del Triveneto. Ecco cosa significa questa sigla, lettera per lettera
Il 10 giugno il centro di Udine sarà animato da un corteo multicolore. Si tratta del Pride Fvg che, preceduto da una serie di eventi e appuntamenti in tutto il territorio regionale e non solo, sarà ospitato appunto dal capoluogo friulano e durante il quale sfileranno non solo la comunità ‘Lgbtqia’ del Triveneto, ma anche eterosessuali e famiglie tradizionali che, come affermano gli organizzatori, “vogliono testimoniare il diritto di ognuno a essere se stesso”.
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Arcobaleno su Udine – Sabato 10 giugno l’orgoglio gay conquisterà il capoluogo friulano. Il Comune ha dato il suo patrocinio e i cittadini si sono dimostrati favorevoli. Più o meno
Due chilometri di parata per sostenere i diritti delle persone Lgbtqia. Con il patrocinio del Comune di Udine, il Gay Pride del Triveneto conquista il capoluogo friulano e sabato 10 giugno il corteo percorrerà il centro storico della città da via Carducci fino all’incrocio con via Gorghi, per poi proseguire su via Piave, piazza Patriarcato, porta Manin, proseguendo lungo via Canciani fino all’arrivo in piazza San Giacomo. Quindi, la folla – sono attese 5mila persone – entrerà in via Paolo Sarpi, svoltando su via Mercatovecchio. Da qui piazza Libertà e, infine, il piazzale del Castello.
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Discriminati? Ecco i diritti per cui combattere – Nonostante i recenti passi da gigante delle leggi, ci sono ancora nodi da sciogliere per single, coppie omosessuali e intersessuali che spesso ricorrono al tribunale
Negli ultimi anni, in tema di legislazione, i diritti dell’universo Lgbt hanno fatto passi da gigante. Basti pensare alla legge sulle unioni civili. Ma restano ancora discriminazioni? E quali sono? Abbiamo girato queste domande a Francesco Bilotta, docente all’Università di Udine di Diritto privato e Diritto antidiscriminatorio, nonché socio-fondatore di Avvocatura per i diritti Lgbti – Rete Lenford.
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Sappada in Friuli, sgambetto in Senato – L’esame del disegno di legge sul passaggio del Comune dolomitico è slittato a dopo le Amministrative. E i tempi sono risicatissimi
Se non è uno sgarbo, è almeno uno sgambetto ai sappadini. Il rinvio della discussione dei disegni di legge 951 (presentato da Isabella De Monte del Pd) e 1.082 (presentato dalla bellunese Raffaella Bellot del Gruppo misto) sul “distacco del comune di Sappada dalla regione Veneto e sua aggregazione alla regione Friuli Venezia Giulia”, che si sarebbe dovuto esaminare giovedì 31 a Palazzo Madama, infatti, potrebbe rivelarsi la pietra tombale sul passaggio del Comune dolomitico alla nostra Regione. Almeno per questa legislatura.
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Ne resterà uno su dieci – Nella sola provincia di Udine funzionano oltre 500 deputatori, spesso obsoleti e troppo piccoli. Ne dovranno restare non più di 50 in grado di servire più Comuni, ma ci sono da rifare anche fognature e acquedotti. E i soldi non bastano
Tubature vecchie o mal realizzate, depuratori inefficienti, fognature spesso inadeguate e una dispersione dell’abitato che rende tutto più complicato. Le sfide che stanno affrontando i gestori del servizio idrico sono tali da far tremare i polsi. L’impressione è che i nodi siano ben conosciuti da tempo, ma che a suon di dilazionare l’uso del pettine, stiano diventando inestricabili con il solo risultato che ogni tentativo di scioglierli si trasformerà in strappi assai dolorosi.
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Aria di elezioni. A Udine una raffica di gare per oltre 18 milioni – L’obiettivo di palazzo D’Aronco è di assegnare entro l’anno una quarantina di appalti tra lavori pubblici, servizi, forniture e progettazioni
I più maligni penseranno che è merito delle elezioni ormai vicine, i più benevoli sosterranno che finalmente si possono portare a termine i lavori bloccati per anni dal Patto di stabilità. Fatto sta che palazzo D’Aronco si è dato un obiettivo ambizioso: portare a gara una quarantina di appalti, per un valore che supera i 18 milioni di euro.
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“I sindaci sono più ragionevoli e sulle cooperative vigilo” – Pordenone – Il prefetto Maria Rosaria Laganà fa il punto sulla situazione nel Friuli Occidentale. “Ospitiamo quasi mille profughi in 99 strutture di 30 Comuni”
Allargamento dell’accoglienza, collaborazione con i sindaci e un occhio di riguardo alle attività delle cooperative che gestiscono le strutture dove sono collocati i richiedenti asilo. Queste le armi che la Prefettura sta mettendo in campo per gestire il fenomeno profughi sul territorio. Lo conferma Maria Rosaria Laganà, prefetto di Pordenone.
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