La chiesa rispolvera l’esorcismo – Anche se i preti specializzati ormai sono anziani, si pensa di richiamarli in servizio. Perché oggi il demonio ha facce diverse
Una volta era più facile combattere il demonio. Il maligno aveva solo una faccia e magari anche le corna. Adesso il male si nasconde dietro a malesseri, sofferenze, solitudini, bisogni che possono riguardare tutti, dai bambini agli anziani lasciati soli a combattere contro i dolori di una vita.
Chi continua a guardare il male negli occhi, a combattere contro i nuovi demoni, che non sono più solo alcol e droga, ma possono essere anche il gioco e Internet, è la Chiesa cattolica.
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I nuovi demoni perseguitano i giovani – Il diavolo veste Prada, ma non solo: le patologie compulsive – shopping, gioco, internet – sono in aumento. I più colpiti sono gli adolescenti, ma alla base ci sono sempre problemi in famiglia
“Il diavolo sta nei dettagli”, dice un proverbio. “Il diavolo sta nelle attività più banali” verrebbe da aggiungere, perché lavoro, pulizia, sport, shopping – azioni semplici che tutti compiamo quotidianamente – possono trasformarsi in vere e proprie dipendenze. Per alcune persone, infatti, questi elementi si distorcono fino a diventare patologia, a mettere a rischio l’equilibrio fisico, mentale e familiare.
Le dipendenze senza sostanza sono patologie compulsive simili alla tossicodipendenza o alla bulimia, con la caratteristica di non prevedere l’assunzione di nulla di estraneo”.
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Le indemoniate curate dai carabinieri – La vicenda delle donne di Verzegnis accaduta nel 1878. Erano considerate ossesse, ma per i medici si trattava di malate di nervi
Più degli esorcismi poterono i carabinieri. La vicenda delle indemoniate di Verzegnis risale al 1878, quando due medici udinesi furono inviati dall’allora prefetto per studiare cosa stava accadendo nel paese carnico, dove molte donne parevano possedute dal demonio. Le indemoniate di Verzegnis balzarono rapidamente agli onori delle cronache del tempo e divennero anche oggetto di studio e trattazione in numerose riviste scientifiche europee che si occupavano di psichiatria, in quanto considerate vittime di una forma di isteria collettiva.
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Il ‘parlamento’ friulano alza la testa – L’Assemblea della comunità linguistica, che si riunirà sabato 4 febbraio a Udine, intende farsi sentire sulla formazione delle leggi che riguardano le minoranze e fare squadra con le ‘sorelle’ slovena e tedesca
L’Assemblea della comunità linguistica friulana è nata quasi per accontentare chi chiedeva di avere un organismo di rappresentanza delle minoranze del Fvg. A proporre le Assemblee di comunità linguistica (oltre alla friulana ci sono anche quelle slovena e tedesca), infatti, furono nel 2014 un gruppo di sindaci. Probabilmente, allora si pensava che questi organismi sarebbero rimasti sulla carta o quasi, viste anche le norme che le regolano: la loro costituzione prevede una convenzione dei sindaci dei Comuni con presenza di minoranze linguistiche (è dunque necessario un passaggio in Consiglio comunale) e per loro non ci sono fondi ad hoc (“Il funzionamento – recita il comma 4 dell’articolo 22 della legge regionale 2 del 2014 – non comporta oneri aggiuntivi per l’amministrazione regionale e per gli enti locali”). Insomma, par di leggere tra le righe, createle pure, ma arrangiatevi per farle funzionare.
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Strutture vecchie, Pordenone cambia sport – Anche l’olimpionico daniele molmenti ha contribuito con qualche consiglio
Pordenone è terra di sortivi – dai semplici amatori fino ai portacolori olimpici -, ma non sempre gli impianti che li ospitano sono all’altezza. In molti casi, le strutture sono datate e hanno bisogno di un’adeguata manutenzione. Non è un caso che in passato ci sia stata più di una polemica per le condizioni in cui è ridotta la pista di atletica ‘Agosti’ o di come il Palasport sia ormai una cattedrale nel deserto. Insomma, le strutture cittadine non se la passano nel migliore dei modi. Per questo l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Alessandro Ciriani, ha deciso di mettere in campo un piano organico per ridare luce agli impianti sportivi, seguito in prima linea dall’assessore allo Sport e Lavori pubblici, Walter De Bortoli e al quale ha contributo con qualche consiglio anche la medaglia d’oro pordenonese Daniele Molmenti.
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