INCHIESTA – Cacciatori di virus – Febbre del Nilo, Dengue e tante altre malattie meno famose
Chi le combatte è diventato il vero protagonista di questa estate. E poi anche la questione dei vaccini… Ecco chi sono e cosa fanno i virologi friulani
Sempre In trincea contro virus e batteri – Vita quotidiana nella Clinica di malattie infettive dell’Ospedale di Udine, dove medici e infermieri combattono vecchie e nuove patologie tra visite ai pazienti, analisi, terapie a l’assalto dei giornalisti
Forse siamo suggestionati da una serie di film “catastrofici”, da “Cassandra Crossing” a “Virus letale”, certo è che ogni allarme, ogni segnalazione, ogni caso di malattia infettiva ormai fa notizia. E ci getta nel panico. Il risultato è che i medici specializzati proprio nel diagnosticare, individuare e trattare gli agenti patogeni, dai più comuni ai più rari e insoliti sono sempre più spesso alla ribalta della cronaca. Se a queste situazioni, poi, aggiungiamo anche le polemiche che da anni riguardano le vaccinazioni, la cosiddetta esposizione mediatica aumenta ulteriormente.
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La Regione riorganizza il sistema di difesa– In partenza la Rete infettivologica del Friuli – Venezia Giulia con due punti di raccordo – gli hub di Udine e Trieste – e centri minori (chiamati spoke) per garantire il controllo sul territorio
La lotta alle malattie infettive si fa ogni giorno più agguerrita. E’ quindi necessario essere preparati e armarsi adeguatamente per questa importante battaglia. Ecco perché la Regione ha recentemente approvato la delibera che stabilisce l’attivazione della Rete infettivologica regionale.
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Restare vivi nel bosco e in ufficio – Maurizio D’Alessandro, per molti anni sottoufficiale della Julia, tiene corsi di sopravvivenza e spiega a manager e dipendenti delle grandi aziende come imparare a fare squadra
Che si tratti di un bosco, o del luogo di lavoro, l’importante è sopravvivere. L’esperienza aiuta, ma c’è chi, come il cividalese Maurizio D’alessandro, per molti anni sottufficiale della Brigata alpina Julia, in pensione da un paio d’anni, la sopravvivenza la insegna. Responsabile per il Friuli Venezia Giulia del Centro sportivo educativo nazionale nelle discipline del nordic walking, trekking, orienteering e, ovviamente sopravvivenza, D’alessandro ha deciso di mettere a frutto quanto appreso come soldato, quando partecipava a numerosi corsi organizzati in ambito Nato, tenuti da esperti addestratori delle Forze speciali.
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Bike sharing: le due ruote conquistano i parcheggi – PORDENONE – Comune e Gsm hanno sottoscritto un accordo di partenariato per realizzare quattro punti nelle autorimesse in struttura della città. Cosa cambia per gli utenti
Quattro nuove stazioni, 300 nuovi utenti e 35 mila euro d’investimento, per la gran parte provenienti da fondi ministeriali. Sono questi i numeri dell’accordo di partenariato siglato in queste settimane dal Comune di Pordenone e dalla Società Gestione servizi e mobilità per l’ampliamento del bike sharing nella città del Noncello. Un servizio, questo, molto utilizzato, soprattutto dagli studenti univesitari, e che l’Amministrazione vuole estendere a chi lascia il proprio autoveicolo nei quattro parcheggi in struttura del capoluogo, vale a dire Oberdan, Via Rivierasca, Vallona e Candiani.
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Un mastello per fare il record – RONCHI – Isa Ambiente sta introducendo un nuovo sistema di raccolta del rifiuto secco residuo così da migliorare ancora di più la differenzata
Quello presentato da Isa Ambiente relativo al 2017 è il primo ‘bilancio integrato’, che va a unire i dati economici di esercizio con quelli del bilancio di sostenibilità. L’utile, dunque, ammonta a 132mila euro, “frutto di quanto erogato sul territorio. Il dato dell’utile del bilancio, approvato lo scorso 6 giugno, può sembrare ridotto, ma in realtà è indice di una buona gestione e di un impiego corretto delle risorse”. A sottolinearlo è il neoamministratore unico dell’azienda con sede a Ronchi, Giulio Tavella.
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Anzil: passione e dramma dell’umanità – ‘Il Grande viaggio’ è il titolo della mostra che il Cic di Pordenone dedica al maestro friulano del neorealismo a S. Vito a Tagliamento: opere Anni ’70 -’80 prive del cosiddetto “ottimismo della ragione”
Il suo nome è legato alla grande corrente neorealista del dopoguerra, di cui fu uno degli antesignani, nonostante la presenza, in una parte significativa della sua produzione, di “umori espressionisti di matrice nordica”, echi surreali e grotteschi, ma anche inquietudini esistenziali. Nato Giovanni Toffolo a Monaco di Baviera da famiglia friulana nel 1911, dal 1916 a Tarcento fino alla morte (nel 2000), Anzil è stato un artista attento alle varie inflessioni dei linguaggi contemporanei, di cui già Pier Paolo Pasolini nel 1946 notava la “carica affettiva” del suo colore, denso e fondo.
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“Ecco come è cambiato il teatro” – Renato Manzoni, direttore dell’Ert Fvg, spiega le dinamiche che hanno portato la nostra regione ai vertici nazionali nel numero di spettatori per sala. “Differenziare l’offerta e ascoltare gli spettatori è stato fondamentale”
Ventidue cartelloni nel circuito, 74 spettacoli di prosa per un totale di 166 giornate recitative, di cui 22 prodotti in regione, cui si aggiungono un centinaio di danza e musica (anche in collaborazioni con rassegne e istituzioni del territorio). Se aggiungiamo le 150 repliche di Teatro Scuola, arriviamo a 400 serate organizzate dall’Ente Teatrale Regionale, che riparte con un sottotitolo comune a tutte le stagioni, ‘Teatro: il colore dei sogni’. Tra novità e classici, grandi nomi e ‘battesimi’ sul palco, la stagione partirà a ottobre con una conferma: quella della nostra regione come ‘isola felice’ nazionale in quanto a risposta del pubblico.
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SPECIALE FRIULI DOC – Fino al 16 settembre, a Udine, la più grande rassegna enogastronomica della regione promuove il meglio dei prodotti locali: cibi, bevande e artigianato.
Protagonisti della 24a edizione di Friuli Doc sono il buon cibo, e come potrebbe non essere così, e le grandi virtù. Virtù che sono rappresentate proprio dai prodotti di qualità dell’enogastronomia friulana. Prodotti che appartengono al Friuli, non solo perché frutti del nostro territorio, ma anche per le lavorazioni che, partendo dalle antiche tradizioni, hanno evoluto la qualità e la bontà di cibi e bevande conosciuti in tante parti del mondo.
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