Se il dipendente scoppia la colpa è del capo – Problema di gruppo. Si tende a considerare la sindrome da ‘burn out’ come un disagio individuale. Invece riguarda tutto lo staff di lavoro e può essere molto contagiosa
Insegnanti. Medici. Agenti di polizia. E ancora: assistenti sociali, infermieri, psicologi, fisioterapisti, badanti, operatori del volontariato e persino sacerdoti e suore. A rischiare il burn out sono soprattutto le persone che svolgono professioni “di aiuto” come quelle descritte, ancor di più quando l’attività consiste nell’avere a che fare con numerose persone. Ma che cos’è questa situazione psicologica e come la si affronta?
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Firme contro lo scippo triestino – Cormons. Una petizione, che ha già superato le 250 firme, e una mozione in consiglio comunale si oppongono a qualsiasi progetto
di unificazione con Trieste. I sindaci della zona, però, sono divisi
È partita da Cormons, dai banchi d’opposizione in Consiglio comunale, una vera e propria battaglia in difesa dell’identità friulana della destra Isonzo. La battaglia ha preso la forma di una petizione che sta coinvolgendo non solo la politica, ma anche i cittadini pure fuori dai confini della cittadina ai piedi del Quarin. Promotori della petizione – che si tradurrà in una mozione da discutere in aula e dice no “a qualsivoglia progetto di unificazione con Trieste, ovvero a una riforma sanitaria e degli enti locali che preveda l’inglobamento del Goriziano in un’area vista e in un’azienda sanitaria della Venezia Giulia”.
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Ci vuole ‘fisico’ per fare lo scout – Udine. è friulano il nuovo capo Agesci d’Italia. Fabrizio Coccetti, accademico, guida i 185mila esploratori del nostro Paese, 5mila solo nella nostra regione, dividendo il suo impegno tra famiglia e lavoro
Fabrizio Coccetti, per sua indicazione, è innanzitutto un padre di famiglia, quindi un fisico ricercatore nel campo dei raggi cosmici, infine uno scout. E che esploratore. Coccetti è il nuovo capo scout d’Italia dell’Agesci, associazione guide e scout cattolici italiani, che conta 185mila iscritti in Italia, di cui 5mila in Friuli Venezia Giulia.
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Sanità, ricercatori di dignità – Aviano. Tanti camici bianchi rischiano di rimanere a piedi se non saranno rinnovate le posizioni in scadenza a fine anno e durante il 2019: sarebbero ‘salvi’ solo i borsisti, ma senza un contratto vero e proprio
Loro, un posto fisso nemmeno provano a sognarselo. Si accontenterebbero, invece, di un contratto a tempo determinato e di qualche garanzia in più. Parliamo dei 149 precari del Cro di Aviano, che in questi giorni hanno scioperato – sostenuti da Anaao Assomed, Cgil Fp, Cisl Fp – per denunciare il rischio, tra qualche mese, di trovarsi su una strada. Già, perchè buona parte dei 149 precari della ricerca (58 co.co.co, 12 partite Iva, 71 borsisti e 8 a tempo determinato) potrebbero non vedere rinnovato il proprio contratto in scadenza a fine anno e lungo il 2019 “se non sarà firmato – dice Mauro Mazzocut, portavoce del Coordinamento Precari Cro – il contratto collettivo nazionale di lavoro della Sanità e non verranno contestualmente pomulgati i decreti attuativi ministeriali che stabliscono le procedure dei concorsi e i sistemi di valutazione previsti dalla cosiddetta legge Piramide”, come deciso dalla Direzione amministrativa del Cro.
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Ecco i rinforzi per il lavoro – I centri per l’impiego riceveranno almeno 40 unità, oltre alle nuove assunzioni già decise in settembre dalla Giunta regionale
L’arrivo del reddito di cittadinanza renderà strategico il rafforzamento e l’efficientamento dei Centri per l’impiego che come molti uffici della pubblica amministrazione devono fare i conti con una forte carenza di personale.
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Reportage da Sarajevo – Viaggio in Bosnia, sulle tracce della storia
Il viaggio in Bosnia mi ha portata nel cuore dei Balcani, dove i segni di quel conflitto e di molti altri passati sono ancora lì, nella città dove è stata scritta gran parte della storia del Secolo breve. Entrando a Sarajevo, una delle prime cose che si nota e toglie letteralmente il fiato sono i cimiteri, distese di centinaia e centinaia di lapidi, molte musulmane e quindi bianche, tra una casa e l’altra. Perché Sarajevo non può né vuole dimenticare il sangue di cui è intrisa quella terra.
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La musica non si ascolta, si degusta – Jazz & Wine of peace non è soltanto un festival atteso da tanti appassionati, ma un esempio della capacità di proporre turismo culturale, unire ‘live’ e territorio e richiamare un pubblico cosmopolita
Lo scorso anno ha raggiunto le venti edizioni, entrando tra la rassegne tematiche più longeve della regione. Gli appassionati sanno bene di cosa si tratta: per quasi una settimana, il Collio (sia friulano che sloveno), zona di produzione di vini pregiati, intreccia la bellezza della natura e l’offerta enogastronomica a un programma musicale con il top del jazz mondiale.
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