Da oltre 20 anni, il settimanale il Friuli offre ai lettori una tradizionale agenda per l’anno che verrà, arricchita dal contributo di artisti di questa terra. L’agenda 2022 del gruppo Mediafriuli è dedicata alla Scuola Mosaicisti del Friuli per celebrare così i cento anni dalla sua fondazione. L’utile pubblicazione sarà distribuita gratuitamente in tutte le edicole in allegato al settimanale il Friuli da sabato 18 dicembre. Il gruppo multimediale, attraverso i suoi periodici, da diversi anni sta rendendo omaggio a diversi protagonisti locale dell’arte e della cultura. Dopo le agende dedicate ai pittori Giorgio Celiberti e Gianni Borta e alla fotografa Ulderica Da Pozzo, ecco che la pubblicazione del 2022 viene dedicata a una bandiera della qualità artigianale nel mondo: la Scuola Mosaicisti del Friuli che esattamente nel gennaio di cento anni fa veniva istituita a Spilimbergo. Nel corso degli anni sono stati istruiti migliaia di ragazzi che hanno potuto così apprendere un mestiere che gli desse un futuro non solo in Italia ma in tutto il mondo. E oggi questo istituto è punto di approdo per numerosi appassionati di tutti i continenti che giungono a Spilimbergo per apprendere i segreti dell’antica arte musiva. All’interno dell’agenda, con una introduzione del presidente Stefano Lovison, vengono ripercorsi i cento anni di storia della Scuola e illustrate le opere più famose realizzate in tutto il mondo dai suoi allievi. Appuntamento con l’Agenda 2022 di Mediafriuli quindi in tutte le edicole della regione da sabato 18 dicembre.
MIRACOLO MILLENARI0 – Già negli Anni ‘30, il ‘miracolo millenario’ del mosaico in Friuli veniva analizzato per comprendere come mai, già prima della nascita della scuola, da piccoli paesi dall’estrema provincia partissero uomini alla conquista del mondo intero. L’esempio e il successo di mosaicisti e terrazzieri spinse Lodovico Zanini a chiedere a un ente filantropico di Milano un contributo per avviare una scuola per mosaicisti e terrazzieri. Nel dicembre 1921 vennero diffusi, nello Spilimberghese e nella pedemontana, i manifesti della nuova istituzione scolastica, che aprì il 22 gennaio 1922 in una sede offerta dal Comune di Spilimbergo. Cominciò così la storia della Scuola Mosaicisti del Friuli, che negli anni ‘20-‘40 riuscì a dare una qualifica professionale a centinaia di giovani della zona.
COMMESSE STORICHE – In quegli anni si registrano commesse esterne ‘storiche’ (Oslo, Shangai e Toronto) e la faraonica decorazione del Foro Italico (oltre 10 mila mq di mosaico). Dopo il trasferimento in nuovo edificio costruito grazie a una cospicua donazione dagli Usa, nel secondo dopoguerra arrivano le collaborazioni con grandi artisti friulani e gli interventi in luoghi simbolici, dal Tempio Ossario di Udine al Sacrario di Cargnacco.
LA LEGGE DI TUTELA – Dopo la crisi degli Anni ‘70 e il rischio chiusura, nonostante importanti commesse, da Atene a Gerusalemme, al Giappone, nell’88 arriva una legge regionale che salvaguarda l’unicità della Scuola, riconoscendole funzioni di formazione, produzione e promozione dell’arte del mosaico. Il passaggio al 21° secolo coincide con la consapevolezza che l’antica arte musiva poteva rispondere alle esigenze e ai gusti del presente, indirizzando gli interventi agli spazi architettonici, all’arredo urbano, al design.
DA NEW YORK ALLA CINA – Gli esempi più famosi sono la Saetta di 37 metri donata nel 2004 dalla Regione alla città di New York per la nuova stazione del World Trade Center, il ciclo musivo per la Volksbank di Graz, il polittico per la Chiesa di San Lorenzo a Fossa in Abruzzo, la composizione nella Chiesa della Sacra Famiglia di Pordenone. Ma anche gli apprezzamenti in esposizioni come la Biennale del design in Corea del Sud, l’Expo di Milano e in Kazakistan, le mostre su invito a Toronto, Melbourne e Sydney, in giro per l’Europa e anche in Cina.