Trieste, ormai da settimane, è diventata, suo malgrado, la capitale delle manifestazioni ‘no Green Pass’. Un titolo che non piace alla città e al suo sindaco, ma che ha anche un non trascurabile risvolto sanitario.
Il cluster legato ai contagi tra i manifestanti – che oggi ha superato 200 casi accertati – è uno dei più gravi registrati in regione e ha portato la città a un incremento vertiginoso dei positivi e dell’incidenza (salita negli ultimi giorni a oltre 500 ogni centomila abitanti, a fronte di una media nazionale di 64).
Per provare a contenere gli effetti delle proteste di piazza, il Viminale sta studiando una stretta: no ai cortei nei centri storici, vicino a obiettivi sensibili e lungo le strade dello shopping. L’intenzione sarebbe quella di consentire solo ‘sit-in’ ed eventi ‘statici’ in luoghi predefiniti.
Una mossa che il sindaco Roberto Dipiazza approva. “Se è davvero così, stappo lo champagne”, commenta intervistato oggi dal Corriere della Sera. “Io metterei tutti a Porto Vecchio, lontano da alberghi, ristoranti e negozi che in questo periodo stanno subendo danni enormi”.
“Se fossi al Governo – prosegue Dipiazza – farei come ai tempi delle Brigate Rosse: leggi speciali. Allora c’era l’emergenza terrorismo, oggi c’è la pandemia ma il periodo è sempre drammatico. A mali estremi, estremi rimedi. Riconosco il diritto a manifestare, ma con dei limiti. E il limite maggiore è il diritto degli altri alla salute e al lavoro. Dobbiamo anche tener conto che una parte della città si sta ribellando: ci sono oltre 60 mila firme favorevoli al Green Pass. Sono moltissime, è la stragrande maggioranza della gente: all’ultima manifestazione c’erano 8mila manifestanti”.
“Io non voglio più zone gialle, arancioni, rosse e chiusure. Non è possibile che un’intera città venga rovinata da quattro deficienti”, chiosa Dipiazza.
“Non sono ancora arrivate alla Prefettura direttive, ma ovviamente saranno applicate con puntualità e fermezza”. Lo ha assicurato il nuovo prefetto di Trieste, Annunziato Vardè, incontrando i giornalisti. “E’ necessario salvaguardare gli obiettivi sensibili e i siti istituzionali”, ha precisato, annunciando che resterà in vigore il decreto prefettizio che non consente manifestazioni in piazza Unità fino al 31 dicembre.
Vardè ha quindi osservato che i contagi “si sono moltiplicati da settembre e che comportamenti scorretti durante le manifestazioni non fanno altro che causare una notevole diffusione del contagio”.
“Non possono pensare di ottenere consenso da queste manifestazioni: la comunità ha già manifestato una chiara insofferenza per i danni alle attività commerciali”.