Conferenza stampa del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, assieme al Presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, per fare il punto sulla campagna vaccinale e il Recovery Plan, che è stato al centro del confronto con la Conferenza unificata Stato-Regioni. Alla riunione, oltre ai governatori, hanno preso parte numerosi ministri – tra cui Gelmini, Brunetta, Lamorgese, Franco, Franceschini e Speranza – oltre ai rappresentanti di Anci e Upi.
“La raccomandazione è seguire le linee guida e usare il vaccino AstraZeneca per coloro che hanno più di 60 anni di età, visto che il rischio di decesso è massimo per gli Over 75. Questo significa che bisogna vaccinare gli anziani. Non dobbiamo allargare le platee: con che coscienza un giovane si fa vaccinare saltando la lista, sapendo che lascia esposto un anziano o una persona fragile al rischio di morte?”, tuona Draghi.
“Oggi siamo ritornati a 293mila vaccinazioni. I numeri stanno risalendo, secondo il trend previsto. Non ho dubbi sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti. Ad aprile c’è la disponibilità di vaccini per immunizzare tutti gli Over 80 e gran parte degli Over 70. Bisogna ridurre il rischio di morte per poter puntare alle riaperture, a cominciare dalle scuole. L’abbiamo fatto per i più piccoli, ora lo dico per i più grandi: dobbiamo garantire a tutti gli studenti almeno un mese pieno in classe”, ha detto ancora Draghi.
“E’ normale chiedere aperture: sono la migliore forme di sostegno all’economia, ne sono consapevole. Naturalmente condanno la violenza, ma capisco la disperazione e l’alienazione di chi protesta. Le prossime settimane devono essere di riaperture. Quanto più celermente vacciniamo, tanto più si potrà tornare a riaprire. E quando parlo di vaccinazioni, parlo soprattutto di categorie a rischio. Non ho una data per le riaperture, perché dipendono dall’andamento dei contagi e dalle vaccinazioni nelle classi a rischio”.
“Sul turismo, manca ancora una data. Il ministro Garavaglia dice il 2 giugno. Speriamo, magari anche prima chi lo sa. La cosa importante è prepararsi. Dobbiamo essere pronti ad accogliere chi avrà un certificato vaccinale. Piuttosto che preoccuparsi delle complicazioni etiche, cominciamo a farlo”, ha detto ancora Draghi.
“La Golden Power va usata quando serve e nelle ipotesi previste dalle legge”, ha detto ancora il premier. “Oggi c’è stato il primo incontro di una serie sul Recovery Plan. Sono molto incoraggiato dal clima di collaborazione con le Regioni e gli enti locali. Dobbiamo essere consapevoli della portata storica di questo piano, è un’occasione unica”. In merito ai rapporti conflittuali negli ultimi mesi tra Governo e territori, “non si possono addossare le responsabilità a una parte sola. Gli eventi sono stati molto complicati ed è comprensibile che si siano state tensioni”.
“Dovremo continuare a vaccinarci anche nei prossimi anni, quindi è sicuro che i contratti andranno scritti meglio. Come ho già detto, ho la sensazione che qualcuno si sia venduto i vaccini due o tre volte. L’Europa esporta vaccini anche a Paesi che hanno bloccato l’export. Quindi è complicato interrompere questo flusso”.
“Bisogna riacquistare il gusto del futuro. Siamo reduci da un anno di depressione, siamo stati limitati nelle relazioni sociali. La digitalizzazione è stata l’unica via di uscita: non avere a disposizione gli strumenti per poterlo fare è stata una grande frustrazione. Il divario digitale segue anche un altro divario del Paese, quello nel grado d’istruzione, presente in varie parti d’Italia, dove sono mancate le infrastrutture. Questa, dunque, è senza dubbio in cima alla lista delle priorità. E’ una missione trasversale rispetto a tutti i progetti del Recovery Plan: se non facciamo questo passo in avanti, molti progetti non si potranno realizzare, specie nell’ambito della pubblica amministrazione”.
Infine, il premier è stato molto duro nel commento di quello che è stato ribattezzato come ‘sofagate‘. “Con questi dittatori, di cui però si ha bisogno, per collaborare uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute e anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese, bisogna trovare l’equilibrio giusto. Non condivido il comportamento di Erdogan nei confronti della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Non condivido assolutamente Erdogan, credo che sia stato un comportamento inappropriato, mi è dispiaciuto moltissimo per l’umiliazione che la presidente della Commissione Europea ha dovuto subire”.