Una quarantina di Sindaci della regione lancia l’allarme: manca il personale e ci sono difficoltà a far funzionare la macchina comunale. Tra loro c’è anche chi, come il sindaco di Lestizza, Geremia Gomboso, minaccia di dare le dimissioni se non sarà posto nelle condizioni di poter assumere nuovo personale. Nemmeno la chiusura delle province e il conseguente trasferimento del personale hanno comportato la copertura degli organici sul territorio.
Su 1.300 dipendenti provinciali – 300 dei quali a Pordenone, 500 a Udine, 200 a Gorizia e 200 circa a Trieste – 962 sono passati alla Regione per continuare a operare negli ambiti in cui si sono specializzati nell’ente intermedio. Continueranno a percepire lo stesso stipendio perché rientrano nelle normative che regolamentano il comparto unico. Solo i dipendenti regionali assunti prima dell’entrata in vigore della regolamentazione del Comparto unico manterranno i vantaggi acquisiti storicamente.
Come spiega il segretario generale di Anci, Alessandro Fabbro, “anche senza miglioramenti dal punto di vista economico i passaggi sono stati massivi verso la Regione. Grazie alla mobilità volontaria prevista dal Comparto Unico il fenomeno riguarda pure i dipendenti dei comuni. Negli ultimi sette anni si è perso il 20 per cento dei dipendenti comunali che sono andati in pensione o si sono trasferiti in altri enti, e che non sono stati sostituiti. La Regione ne ha persi, invece, il 6,5 per cento”.
“La conseguenza è che gli uffici municipali restano sguarniti e il personale deve farsi carico di maggiori responsabilità, a causa dell’inasprimento delle regole che, nel corso degli anni, si sono moltiplicate”.