La proposta di candidare il Tagliamento a patrimonio Unesco continua a dividere la politica. “Centosettanta chilometri di lunghezza e un bacino idrografico di quasi 3000 chilometri quadrati, ma una minoranza politica vorrebbe mettere la propria bandiera sul re dei fiumi alpini, il Tagliamento”, commenta l’assessore alla Difesa dell’ambiente Fabio Scoccimarro, ribadendo come siano “mesi che la Regione lavora al progetto ambientale e turistico legato alla candidatura Unesco del Tagliamento, con l’idea di comprendere anche le sorgenti del Piave e le opere derivatorie e di bonifica del Medio e Basso Friuli realizzate nel Medio Evo, nel 1800 e nel 1920-40, e che possiamo definire le ‘cattedrali della bonifica’”.
“Spiace constatare – aggiunge Scoccimarro – come una mozione strumentale presentata dalla minoranza in Consiglio regionale abbia scatenato stampa e opinione pubblica con un dibattito surreale che vuole contrapporre ambientalismo e salvaguardia della vita umana, come se le due questioni non fossero legate e complementari. Avevo chiesto – ricorda l’assessore – il ritiro della mozione per una condivisione più ampia: da tempo, infatti, abbiamo avviato i contatti ai massimi livelli con il ministero degli Affari esteri, con il nostro delegato diplomatico dall’Unesco, oltre che con gli altri ministeri competenti per realizzare il progetto. Quando avremo un quadro più completo ovviamente sarà mia premura condividerlo con il governatore, con i colleghi di Giunta, con i consiglieri regionali ed i rappresentanti dell’intero territorio regionale che il fiume lambisce da nord a sud”.
Scoccimarro invita tutti a “mettere da parte i ‘gagliardetti partitici’ in virtù di un traguardo prestigioso, un percorso pensato anni fa, sviluppato precedentemente ed accelerato ora dal sottoscritto, aperto al contributo di tutti i rappresentanti del territorio: un’eredità importante per le generazioni future sotto il profilo ambientale e turistico della nostra regione”.
Non si fa attendere la replica del capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo: “L’assessore Scoccimarro ha perso una buona occasione per scusarsi dell’errore che ha commesso, assieme alla maggioranza, bocciando la proposta di far diventare il Tagliamento un Patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. Parlare di mozione strumentale, come fa l’assessore, significa non aver minimamente capito cosa rappresenta il Tagliamento, non solo per il Friuli. Abbiamo inviato a tutti i consiglieri regionali il testo della mozione prima di depositarla, proprio perché crediamo che questo tema sia assolutamente trasversale, ma nessuno del centrodestra ha firmato il documento, né ci ha chiesto modifiche o integrazioni, salvo poi bocciarla in aula”.
“Quanto alla proposta dell’assessore di inserire il Tagliamento in un unico progetto Unesco con le sorgenti del Piave e le opere derivatorie e di bonifica, lo invitiamo a studiare i diversi livelli di riconoscimenti che possono essere concessi da questa prestigiosa istituzione mondiale: la nostra mozione chiede che questo fiume straordinario sia considerato bene naturale Patrimonio dell’umanità”.
“Il progetto abbozzato dall’assessore non può rientrare in questa categoria, che è quella più ambita, al massimo può essere un progetto di Riserva della biosfera, che promuove l’interazione fra uomo e ambiente e che ha un richiamo, anche in termini di attrattività turistica, decisamente diverso. Capiamo l’interesse dell’assessore per le sorgenti del Piave, “fiume sacro alla Patria”, e per le opere di bonifica, in particolare quelle realizzate dal 1920 al 1940 in un periodo storico che lui evidentemente apprezza in modo particolare, però non capiamo perché non si intenda dare al Tagliamento la dignità che gli appartiene da sempre”, prosegue Moretuzzo.
“D’altra parte, è la seconda volta che l’assessore si prodiga per bocciare una nostra mozione su questo tema: lo aveva già fatto un anno fa quando chiedemmo alla Giunta Fedriga di assicurare una salvaguardia maggiore al Tagliamento, dalle sorgenti alla foce, e di realizzare una nuova ZSC-Zona speciale di conservazione derivante dalla fusione delle due ZSC attuali, individuate come “Greto del Tagliamento” e “Valle del Medio Tagliamento”, creando un’area più ampia di tutela che includesse anche l’alveo del fiume compreso tra il ponte di Cimano e quello di Pinzano, zona di particolare ricchezza naturalistica e che, guarda caso, secondo alcuni potrebbe essere interessata da grandi infrastrutture stradali o sbarramenti artificiali. La si smetta quindi di nascondersi dietro un dito: evidentemente fino ad oggi Scoccimarro e la maggioranza hanno pensato più agli interessi che gravitano attorno a questo fiume piuttosto che alla sua tutela”.
“Noi non ci stiamo e le migliaia di adesioni che la petizione per il riconoscimento Unesco ha raccolto in poco tempo – quasi 3 mila firme in 2 giorni – dimostrano che questa battaglia non è solo nostra, ma di tutti coloro che vedono nel Tagliamento un’occasione paradigmatica per immaginare un futuro diverso e più sostenibile per la nostra terra”, conclude Moretuzzo.